|
Il libro
|
|
La storia di Vera Blu
di GianmariaGiannetti
–
è il mio corpo bruciato, è il mio corpo di un fiore, e vomito
tutto vomito tutto il nero che dio è il fuoco, il vomito, 50% di
acqua, 50% di fuoco, e l’elefante muore nel forno degli dei, e la
zingara nera prega S. Francesco, e il forno è fatto per morire
di fame come se dal pane si potessero togliere le spine, come se da ogni
testicolo la divinità coincida con la planimetria di un occhio.
Il sangue brucia, il rene spurga kerosene, tigri mangiano gazzella. C’è
la prima comunione. C’è il tutto compiuto e qualche motivo
per morire:
–
il soldato si toglie il metallo e cammina a quattro zampe, 50% di aria,
50% di zanne da Mozambico al Friuli, aspiro fiamme. Combatterò
nella vagina di cristo, il cristo ateo che traballa, mi manca di nuovo
la mia pancia nella bocca, mi manca il mio corpo
(dall'autopresentazione)
Vera Blu dichiara:
"È come se ci fossero molteplici luoghi e non-luoghi in un
punto infinitamente piccolo: lì sono io, forse nella mano, o forse
nel mio grembo rosa, forse, ma io, Vera Blu, non saprò mai quello
che dico, io come impossibilità, io come possibilità di
luogo e logos e slogos mi slego e mi lego al mio non io, e sempre io non
sono una poetessa, sono senza arte, e senz’arte giro mondo e giro
tutto, e butto via il mio essere con fare elegante, sono un essere disumano
dove la disumanità è leggerezza e quasi ente, ed essenza.
Io mangio la panna con le mie mani blu. La poesia mi è morta grazie
al mondo di fuori che scoppia di pianto, io sono la morta signora blu
che per essere tautologia (specchio, formica) si è fatta la sua
“carne”, io non do messaggi, il messaggio è il sogno,
il sogno la cosa più reale che c’è. Hegel è
una mia Divinità, la mia droga è il paradosso, io sono il
poco di Kosmo-s che esiste a me."
Gianmaria Giannetti è molto onorato e restio dall’emettere
giudizi sull’Antologia, sugli autori partecipanti o sull’editore,
ringrazia e si rende tautologia impossibile.
www.gianmariagiannetti.com
|
|