Lotte di confine
di Sergio La Chiusa
Se sapessimo che siamo solo
lillipuziani in una città-giocattolo
da diversa prospettiva per una volta
istruiti dal volo vedremmo dall’oblò
come da un eden privilegiato la pianura
regolata dai nani e l’altrove allontanato
che si gonfia a dismisura che minaccia
di franare; dal crinale l’occhio sa
che sono in pericolo i nostri mondi
progettati con la riga e la matita
i confini fittizi cederanno
a una nuova civiltà d’erbacce e di ramarri
I
è sempre un riscrivere confini sconfinare occupare
e circoscrivere: anche le nostre saghe di famiglia
sono cicli di fughe e d’invasioni generazioni d’emigranti
che s’espandono a confondere le carte ridisegnare le cartine
II
ora, al capolinea della storia, tutto il senso sembra
rappreso in venti metri quadri da spartire, in una lotta
estenuante di domini: il nostro campo di guerra
è un riparo di muri un’esegesi eterna di leggi e di confini
(autopresentazione)
Sergio La Chiusa è nato
a Cerda (PA) nel 1968 e vive a Milano. Sue poesie sono apparse in alcuni
volumi collettivi e sulle riviste «Specchio», «Il Segnale»,
«La Clessidra», «Capoverso». Ha pubblicato I
sepolti (LietoColle, 2005, con postfazione di Biagio Cepollaro).
Di prossima pubblicazione Il superfluo (E-book, Biagio
Cepollaro E-dizioni).
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