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Sergio Pasquandrea
Volevo essere Bill Evans. Storie di jazz
€ 11,00 pp. 76 (Sia cosa che)
ISBN 978-88-97441-54-0
Opera vincitrice assoluta del Concorso Faraexcelsior 2014
Marchio Microeditoria di Qualità 2015
Note di letteratura musicale travolgenti come racconti vissuti in prima persona, storie che incarnano una passione infinita per il jazz e sanno far vibrare in absentia eppure con assoluta empatia musiche, strumenti e soprattutto interpreti che hanno lasciato tracce profonde e indimenticabili nel mondo delle band dell’ultimo secolo.
«Il jazz vive di antitesi. Colto, ma di origine popolare; improvvisato, ma anche scritto; nero, ma anche bianco; sofisticato fino allo stremo, ma viscerale quanto nessun’altra musica. Ma forse l’antitesi fondamentale è quella fra tradizione e innovazione. Si dice spesso che il jazz ha fatto in cent’anni il cammino che la musica classica ha fatto in cinquecento: la frase è vera solo in parte, però di sicuro esprime bene la tumultuosa evoluzione di questa musica, che per sessant’anni ha cambiato faccia almeno una volta per ogni decennio. Eppure nessun musicista, nemmeno i più sperimentali e avanguardisti, rinuncia mai a citare il passato come la propria fonte di ispirazione più importante. Anzi, più il musicista è “d’avanguardia”
più sembra legato al passato.»
Sergio Pasquandrea è nato nel sud-est della
Penisola, in uno degli ultimi decenni del secolo scorso. Il destino, che egli corteggia spassionatamente, o ha poi portato a trasferirsi
nel centro esatto dello stivale. La poesia, da lui amata di un amore che sconfina nel masochismo, a volte gli ditta dentro. Lui scrive. Lei scuote la testa, sconsolata. Quando la Musa tace, Sergio si occupa di insegnamento, giornalismo musicale, ricerca universitaria, disegno e pone le mani sulla tastiera di un pianoforte. Ha due figli che adora e una moglie che si guadagna la santità sopportandolo. Fra le ultime pubblicazioni, un racconto/saggio inserito in Letteratura… con piedi, Fara 2014).
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