Tweet |
|
|||||||||
Scheda: Francesco Gaggi |
La visione giudaico-cristiana della storiaCaratteristica della visione giudaico-cristiana della storia e' la fede che "il corso del mondo e della vita umana raggiungera' un estremo (e'schaton), al di la' del quale non porta alcuna strada; questo estremo appartiene essenzialmente al corso delle cose e rende manifesto, svela (apokalœptei), che cosa abbia costituito gia' da sempre la sorte del mondo e dell'uomo". Peculiare declinazione cristiana di una simile prospettiva e' che "l'evento escatologico non e' collocato al termine della storia, ma al centro, a partire dal quale comincia la fine". Se per il mondo ebraico ogni istante poteva essere "la piccola porta
da cui poteva entrare il Messia", per il cristiano tale porta si e' gia'
spalancata, il Messia e' entrato, la fine e' in atto. Paolo ricorda che
e' giunta la "fine dei tempi" [1 Cor 10, 11]; Giovanni rivolgendosi Similmente, i Padri della Chiesa non esiteranno ad identificare il presente
quale ultima epoca della storia contrassegnata dal crisma del tramonto
e della senescenza. Ma la consapevolezza di essere alla fine "Circa il fatto dell'evento di Cristo non e' possibile aspettarci nulla di ulteriore nella storia del mondo" ripete il teologo Hans Urs von Balthasar (1986, vol. V, p. 109). Eppure, inesorabilmente, si continua. "La fine e' presente" (ivi, p. 42) ma il termine non e' ancora arrivato.
Uno sfasamento di imprecisabile durata tra il piano teologico degli eventi
e la successione cronologica dei fatti da' luogo ad una singolare dilatazione
della fine in un tempo della fine intermedio tra un compimento teologico
gia' pienamente realizzato |
grafica Kaleidon | © copyright fara editore |