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Scheda:
Paola Turroni
animale
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Intervista a Paola Turroni
autrice di animale
Come ti presenteresti?
Non so stare al mondo diversamente che come un animale. Con quella
specie di distorto privilegio che e' la scrittura. Un'impronta dispari
come la mia data di nascita che mi fa dall'inizio inconciliabile. Sto
imparando a fatica la legittimazione, una legittimazione che cercata sempre
all'esterno mi ha costretta in storpie rappresentazioni, che non contenevano
la scrittura se non come decoro istituzionale, pensando che quello che
sono, era una colpa o un errore d'interpretazione. Ho sempre scritto,
dalla culla fino a qui, mai un giorno senza, anche se ho sempre creduto
fosse peccato, oppure sbagliato, incomprensibile, una gioia inutile. Cosi'
la scrittura rimaneva compressa nei vuoti concessi della notte, nelle
bolle dei treni, nei varchi delle malattie.
Quindi per te la scrittura e' qualcosa di vitale...
Ora che non posso piu' tornare indietro di consapevolezza, c'e' la
difficolta' di farla stare al mondo insieme a me. perche' vivo ancora
la scrittura come una contraddizione che il mondo non tiene, con i suoi
problemi di soldi e di solitudine. Devo trovare la fusione di cui pero'
la scrittura non e' il fine, e' lo strumento. Perche' la scrittura non
e' biografia, e' esistenza. Un continuo fuori e dentro di potere e impotenza.
La scrittura e' una parola fatta di lettere difficili come il suo farsi
gesto. La scrittura va oltre me, e questo e' un brivido che non si ferma,
una specie di volo verso chi legge.
Hai in mente un lettore ideale?
Non immagino un lettore specifico, cerco piuttosto l'incontro, e quanto
piu' questo incontro e' inaspettato, tanto piu' e' fertile. A volte basta
una scintilla, a volte invece serve un falo'. Le parole scritte devono
prendere una forma perche' non si appoggiano direttamente sul corpo di
chi le ascolta, devono restare in attesa. E rimbalzano subito su chi le
pronuncia senza venire impastate dalla voce, provocando quasi un senso
di scissione. Per me e' fondamentale che la lettura sia un atto trascinato
fisicamente dalla scrittura, una specie di amplesso. E' fisicamente che
scrivo e quando mi accorgo che si sente ringrazio del miracolo e ne faccio
coraggio di andare avanti. La fatica e' necessaria.
Come e' nato animale ?
Il libro e' cominciato come raccolta di testi degli ultimi anni, arricchita
di consapevolezza e tremore. Poi ha preso una forma, un obiettivo. E'
un percorso che da biografico e' diventato biologico. La pubblicazione
allarga la possibilita' di incontro che dicevo prima. Rende le cose un
po' meno difficili, anzi da' un senso al difficile, che e' la vera conquista..
L'Animale e' un animale che tiene insieme l'anima e il male. E'
la storia di un animale, la storia di stato brado e safari, laboratori
e zoo. Quando forse ritrova il bosco, non e' piu' selvaggio, con qualche
marchio addosso della protezione animali, ma forse libero di nuovo, forse
piu' di prima perche' ora sa cosa c'e' dall'altra parte dell'orizzonte.
L'animale e' il corpo. Messo in gabbia e violentato, trema le carezze.
quando hanno cominciato il safari hanno solo ferito, e l'animale ferito
ferisce, esagera. L'animale rantola. Quando c'e' il sole meta' del lavoro
e' fatto. L'animale stende la pelle e i benefici arrivano aspirati da
tutte le pieghe degli organi. Il sole ricompone. Io non rinnego quasi
nulla, ma rivoglio la mia savana. Infine, a scapito della lotta che me
le fa vivere inconciliabili, ci tengo a dire che la scrittura e' la vita,
con la sua parte di condanna, come ogni vita ha. Ogni vita che non si
basa su una scelta di alternative, ma sulla presa di se' completa. Lo
scrittore, poiche' appunto scrive, tende a pensare di poter fare tutto,
e quando si scontra con l'impossibilita' di farlo gli sembra di non esistere
che nelle parole, e le parole non sono l'atteso prodotto. Le parole sono
gesti.
(Fara Editore, gennaio 2001)
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