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Gianfranco Bertagni. Architetture Utopiche

Scheda:

Paola Turroni
animale

Intervista a Paola Turroni
autrice di animale

Come ti presenteresti?
Non so stare al mondo diversamente che come un animale. Con quella specie di distorto privilegio che e' la scrittura. Un'impronta dispari come la mia data di nascita che mi fa dall'inizio inconciliabile. Sto imparando a fatica la legittimazione, una legittimazione che cercata sempre all'esterno mi ha costretta in storpie rappresentazioni, che non contenevano la scrittura se non come decoro istituzionale, pensando che quello che sono, era una colpa o un errore d'interpretazione. Ho sempre scritto, dalla culla fino a qui, mai un giorno senza, anche se ho sempre creduto fosse peccato, oppure sbagliato, incomprensibile, una gioia inutile. Cosi' la scrittura rimaneva compressa nei vuoti concessi della notte, nelle bolle dei treni, nei varchi delle malattie.


Quindi per te la scrittura e' qualcosa di vitale...
Ora che non posso piu' tornare indietro di consapevolezza, c'e' la difficolta' di farla stare al mondo insieme a me. perche' vivo ancora la scrittura come una contraddizione che il mondo non tiene, con i suoi problemi di soldi e di solitudine. Devo trovare la fusione di cui pero' la scrittura non e' il fine, e' lo strumento. Perche' la scrittura non e' biografia, e' esistenza. Un continuo fuori e dentro di potere e impotenza. La scrittura e' una parola fatta di lettere difficili come il suo farsi gesto. La scrittura va oltre me, e questo e' un brivido che non si ferma, una specie di volo verso chi legge.

Hai in mente un lettore ideale?
Non immagino un lettore specifico, cerco piuttosto l'incontro, e quanto piu' questo incontro e' inaspettato, tanto piu' e' fertile. A volte basta una scintilla, a volte invece serve un falo'. Le parole scritte devono prendere una forma perche' non si appoggiano direttamente sul corpo di chi le ascolta, devono restare in attesa. E rimbalzano subito su chi le pronuncia senza venire impastate dalla voce, provocando quasi un senso di scissione. Per me e' fondamentale che la lettura sia un atto trascinato fisicamente dalla scrittura, una specie di amplesso. E' fisicamente che scrivo e quando mi accorgo che si sente ringrazio del miracolo e ne faccio coraggio di andare avanti. La fatica e' necessaria.

Come e' nato animale ?
Il libro e' cominciato come raccolta di testi degli ultimi anni, arricchita di consapevolezza e tremore. Poi ha preso una forma, un obiettivo. E' un percorso che da biografico e' diventato biologico. La pubblicazione allarga la possibilita' di incontro che dicevo prima. Rende le cose un po' meno difficili, anzi da' un senso al difficile, che e' la vera conquista.. L'Animale e' un animale che tiene insieme l'anima e il male. E' la storia di un animale, la storia di stato brado e safari, laboratori e zoo. Quando forse ritrova il bosco, non e' piu' selvaggio, con qualche marchio addosso della protezione animali, ma forse libero di nuovo, forse piu' di prima perche' ora sa cosa c'e' dall'altra parte dell'orizzonte. L'animale e' il corpo. Messo in gabbia e violentato, trema le carezze. quando hanno cominciato il safari hanno solo ferito, e l'animale ferito ferisce, esagera. L'animale rantola. Quando c'e' il sole meta' del lavoro e' fatto. L'animale stende la pelle e i benefici arrivano aspirati da tutte le pieghe degli organi. Il sole ricompone. Io non rinnego quasi nulla, ma rivoglio la mia savana. Infine, a scapito della lotta che me le fa vivere inconciliabili, ci tengo a dire che la scrittura e' la vita, con la sua parte di condanna, come ogni vita ha. Ogni vita che non si basa su una scelta di alternative, ma sulla presa di se' completa. Lo scrittore, poiche' appunto scrive, tende a pensare di poter fare tutto, e quando si scontra con l'impossibilita' di farlo gli sembra di non esistere che nelle parole, e le parole non sono l'atteso prodotto. Le parole sono gesti.

(Fara Editore, gennaio 2001)

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