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Scheda:
Paolo Galloni
Donal d'Irlanda
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La vicenda, insieme mistica e avventurosa, di Donal d'Irlanda ci immerge
nel mondo fantastico e
affascinante di una cronaca medievale, in cui la ricerca della verita',
che sembra essere chiusa misteriosamente in un fortilizio inespugnabile,
si fa sempre piu' coinvolgente e intima.
L'autore, Paolo Galloni, ci narra la storia di Donal e della sua guida,
il maestro Johannes l'Irlandese; e' un
viaggio di iniziazione alla saggezza, alla spiritualita',
alla verita'. Gradualmente veniamo calati, grazie all'uso di un linguaggio
fortemente emozionale, nell'avvincente susseguirsi di incantesimi e di
amori, di lotte e di
incontri con creature fantastiche e bellissime fanciulle, con alterne
vicende che, seppure nel quadro di una esperienza edificante, ricordano
insieme la tradizione romanzesca medievale francese e, ancora meglio,
le saghe della cultura sassone e celtica.
A una progressiva illuminazione interiore (che, in sequenza temporale,
ci e' mostrata da Galloni in una duplice prospettiva, quella dell'autore
e quella del protagonista) fa da sfondo il misterioso e suggestivo mondo
delle leggende medievali che, certamente ostile ma pieno di promesse,
e' metafora della vita, con tutte le sue tentazioni, paure, speranze,
disillusioni che distolgono l'anima - continuamente messa alla prova -
dalla meta, le Isole Felici, ovvero: Dio. (...)
Quando Donal tornera' a casa, alla sua terra, scoprira'
di aver ricevuto un grande dono, quello di avvertire
nelle cose, e soprattutto nelle parole, il vero senso a lungo cercato,
la tangibilita' del significato, la consistenza: "Tutto era nuovo. Vero.
Anche il senso
delle parole. Di piu': il loro peso".
E certamente il protagonista assoluto di questo
"microbo" e' il potere evocativo e poietico della parola: non soltanto
perche' ne verifichiamo la emozionalita', soprattutto in certe descrizioni
della natura e nella resa dei moti del cuore, dei fremiti d'amore - di
cui e' un esempio bellissimo l'incontro con una ragazza in 'Folgorazione'
- ma anche perche' e' la stessa esistenza delle parole, il loro essere,
cio' che piu' si avvicina all'essenza di Dio.
Massimo Gigli
«Il Corriere di Rimini» giovedi' 11 Maggio 2000 p.33
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