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Altre recensioni di
D'Alessio
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Antologia Pubblica
di Vincenzo
D'Alessio
Mostri e misteri, i due capitoli che compongono l'identità
etnoculturale di Paraskeva
si snodano in un labirinto di identità umane la cui unica colpa
è di essere approdati nella "Città degli imperatori".
Drammi smarriti, una città che vive nei suoi reperti archeologici
sotterranei, labirinti di uomini e identità, nero e luce, sentimenti
persi e ritrovati, miscugli che la perfetta divinità, rappresentata
dalla dea mater, sonda.
Interminabili necessità contingenti per chi ha lasciato anche il
poco nella speranza di ricevere qualcosa, qualcuno a cui affidarsi e sorreggersi.
Stupendo l'uso dei nomi propri e il collegamento alla diaspora greco-turca
che ha caratterizzato l'infanzia dell'autrice e che caratterizza i drammi
dei nostri stessi giorni.
Ricorso ai miti greci, alle leggende, all'intensa forza della costruzione
della tragedia sul teatro della vita che molto si accosta a quella bellissima
espressione defilippiana: "addà passà 'a nuttata".
Per questo alto contributo alla diversa umanità Paraskeva
merita tutto il nostro profondo rispetto ricordandoci che l'ecumenismo
della fede è rivolto all'uomo.
Papier mais di Francesco
Randazzo
Scrivere fa sempre un gran bene. Assolve ad un compito importante, quello
di ritrovarsi lungo quella strada che chiamiamo esistenza. L'autore di
questi brevi racconti sceglie di giocare con gli avvenimenti come un mosaico
da comporre: variamente colorato, ilare, sofisticato, surreale quanto
basta per rendere gradevole la lettura. Vicende note e meno note. Parole
miste all'inquietudine e alla solitudine di un musicista che attende la
"sua" onde per salire sulla cresta e con la tavola del surf
sfidare i flutti.
Il sindacalista e la figlia del padrone di Massimo
Palazzeschi
La parte finale del romanzo breve che Palazzeschi ci propone forma
l'epilogo di un grande amore tra Marco e Mariangela in qualche modo in
linea con la letteratura che affronta, oggi in modo ancora più
evidente, il confronto tra padroni e operai. La lotta di classe (sociale)
non avrà mai fine poiché il capitale, come molti si ostinano
ancora a definirlo, divenuto mutlinazionali e global society, non apparterrà
in alcun modo a quanti aprono la loro volontà verso la comprensione
dei propri simili. I poveri restano tali. E i ricchi, gli aristocratici,
i manager, le massonerie, i vari club privati, quelli che vanno sotto
il titolo di industriali, non fanno marcia indietro sulla qualità
e quantità del "bene" condiviso.
La scrittura adottata per catturare il lettore è ricca di esperienze
letterarie, ha una leggerezza giornalistica, quasi da favola storica,
e per porsi nella condizione di evolvere il campo (lo sfondo) delle vicende
si rifà a situazioni reali, all'accaduto ontologico, popolare,
come la strage di Bologna del 1980 oppure i nomi di Luciano Lama e Di
Vittorio.
Questo primo vero romanzo del nostro merito davvero attenzione, cura,
una calda accoglienza e un sincero apprezzamento per avere scelto un controcampo
politico-ideologico-sociale che non tramonta neanche nel corso di questo
terzo millennio. Ci piace leggere l'evoluzione delle vicende dei singoli
personaggi. La loro attenta anagrafe sociale. La schietta sincerità
dei dialoghi. L'epilogo del lieto fine che lascia apparire questo romanzo
come una favola vera.
Molte metamorfosi ideologiche sono scontate per i personaggi. Come pure
la facilità con cui si percorrono gli itinerari storico-sociali.
Infine anche le cose date per scontate diventano belle da rileggere.
Montoro Inferiore, aprile 2005
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