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Il libro
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La luce breve
di Alessandro Nannini
silenzio
Stasera non salirò gli scalini a quattro a quattro,
non disseppellirò i sogni dal fondo dei cassetti
nell’umido stanzino al terzo piano,
con il vento impigliato alle pareti:
in attesa già da anni senza attendere nessuno.
Oggi indosso il buio di questa notte
tra le insegne dei locali che giocan con le ombre
d’un’edicola già chiusa, nell’istante
in cui i percorsi si fanno incerti
e irrimediabili e i viali a senso unico
prevengono i ritorni.
Un brivido trapela nel segreto delle case:
le stelle sono passi che non sanno più la via…
(s’imbarca la mia Itaca per strade
più tortuose: affidato ad un ostello
sto col mutuo d’una vita, l’affitto
e le bollette che diventan proibitive).
Stasera finisce più di un’altra luce
tuffata nel tramonto (precipita la pioggia
sull’acquario dei miei occhi)…
Contro il tempo s’accatastan le parole
che non han niente da dire, un corpo
appena nato che in un angolo di mondo
già urla il suo calvario, l’abisso
rarefatto tra il faro e il grande mare…
(dall'autopresentazione)
Il significato di ogni mia lirica è questo, un’inesauribile
tensione che ha come sfondo città per certi aspetti infernali,
in cui l’uomo in esilio non si riconosce più, se non per
brevi frazioni nel contatto con una Natura sintomatica della propria condizione
e nell’amore, totalizzante ma condannato al dominio dell’istante.
Personalmente la presente è la prima pubblicazione di un numero
consistente di testi e all’editore va tutto il mio riconoscimento
per la sua attività di promozione e confronto tra poesie di autori
diversi per età e formazione come quelli qui raccolti. In precedenza
ero già inserito in qualche antologia, grazie soprattutto al successo
inaspettato anche a livello internazionale di liriche singole in parte
riportate in questa silloge.
alexnannini@libero.it
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