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Intervista a Alessandra Carnaroli
autrice di Taglio intimo
Chi e' Alessandra Carnaroli?
Alessandra e' anche e sia... sia. "Stiamo" momentaneamente cercando quanto
e' stato diviso e perso giusto dietro quell'angolo e la' sotto il cuscino
nero. Ulteriori ricerche verranno condotte sopra i fornelli e tra le lenzuola.
Alessandra ha 1, 2, 3 anni: poi comincia il ricordo, la memoria. Alessandra
e' un cerchiolungo e il sole come una lampadina appesa al cielo. Alessandra
ha bisogno di uno specchio per conoscersi intera. E' un gioco di bambini
che si passano acqua liscia scoprendosi ognuno diverso, ogn-uno. Alessandra
parla troppo. Pero' ha gli occhi azzurri. (Che meraviglia: mi commuovo
tutte le volte che...)
Ha senso scrivere poesie in un paese dove pochi giovani leggono e
ancor meno leggono versi?
Non ha senso, se per esso si intende l'uno e distinto (distante) senso
comune. Scrivere poesie oggi ha lo stesso senso, la stessa funzione pratica
di una candela in una casa gia' ampiamente illuminata da neon, lampade
e schermi accesi. Finisce col diventare un elemento decorativo, bello
a vedersi e magari dalle delicate profumazioni, utile per scacciare mosche
e zanzare. Ma e' quando la "corrente salta", la luce improvvisamente si
spegne - black out della logica, sparizione del senso - che la candela
scopre il suo valore, svela il proprio significato. La poesia non ha senso.
E' senso, e' simbolo, e' correlazione. Sa attendere, aspetta che qualcuno,
a tentoni nel buio, la vada a cercare. Per questo non serve il TEMPO,
non esistono eta'. C'e' un giorno. E c'e' soprattutto la sua notte. La
sua ombra.
Quali sono i riferimenti letterari e artistici che senti particolarmente
vicini?
Un quadro dipinto col nero Poe e il rosso Baudelaire. Una poesia che fa
rima con la m di Malevic e la o di Basquiat. L'uomo e i suoi simboli.
Il mito dei popoli. Santa Teresa d'Avila. E' una ricetta imparata a memoria
come l' "Angelo di Dio". Amaro e inebriante il cibo si serve su un foglio
bianco: troppo "io" al primo assaggio, mancano ancora un po' di sale,
zolfo e mercurio. (Mi occupo anche delle piante e degli animali: le farfalle
le chiamo per nome... insomma faccio psicoterapia.)
Qual e' il tuo rapporto con la scrittura?
Ho sempre avuto paura di fermarmi a riflettere. Quando lo faccio mi trucco
di rosso le labbra, cambio canottiera, lego i capelli, faccio smorfie
e improvviso passi di danza (reggae, vado forte col reggae). Il foglio
invece mi ipnotizza: e' un divano di pelle, un orologio fermo... non devo
neppure coprirmi le occhiaie, comincio a scrivere e poi mi guardo. E sono
la piu' bella del reame, e sono la strega cattiva, e sono tutta mia madre,
e sono di nuovo da capo, e sono io il capo, mi seguono tutto e niente.
La vanita'. La poesia e' l'ombra che mi spiega, una cavalletta che non
sai quando decidera' di saltare attaccandosi ai tuoi capelli, i denti
del mio pescerosso, il buco nell'ozono, il male in fondo al letto, un
ricordo del prima, del presto, del piccolo e corto.
(Fara Editore, agosto 2001)
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