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Il libro
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William Stabile
Contrappunti e tre poesie creole
recensione di Maria
Giovanna Vitale
"Primo contrappunto" è la poesia di apertura della raccolta
e riassume la consapevolezza del processo artistico del poeta e la convinzione
che le sue certezze sono "zebrate" a sottolineare il fatto che
il significato della vita è elusivo e difficilmente tenibile.
Non sempre il poeta cattura sprazzi di speranza grazie alla Poesia.
L'infinita ricerca del contrappunto, che è l'abilità alchemica
di combinare le melodie della vita attraverso regole determinate, s'infrange
sulla convinzione che tutto è nel passaggio, nel movimento raggelato
soltanto dalla morte.
Il poeta sembra suggerire che il fine ultimo dell'esistenza è la
ricerca dealla verità, piuttosto che la verità stessa.
Questa realizzazione insieme alla consapevolezza della sofferenza come
"abito collettivo" costituisce il pendant tragico del libro.
Nonostante l'amarezza del messaggio, il lettore riceve un'impressione
positiva della raccolta. Infatti, la metafora dell'infarinatore,
che è colui che mescola la farina, suggerisce che la fuga consiste
nella volontà di fare la differenza. Cioè la saggezza s'identifica
con il libero arbitrio, né più né meno. ll poeta
si libera dai ceppi del conformismo gridando il suo "Addio al capitalismo"
a difesa della sua libertà e di tutte le vittime di soprusi nel
mondo.
Un altro aspetto importante della raccolta è lao storicizzazione
degli eventi attraverso la registrazione meticolosa di date e posti. Per
il poeta viaggiare significa guardare nella vita delle cose, mentre la
lingua italiana gli consente di mantenere legami forti con la madrepatria.
L'uso corrente della lingua inglese permette all'autore di creare una
poesia discorsiva senza correre il rischio di essere superficiale.
(Levate, febbraio 2007)
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