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Figli. Come cotone al ventoIl sottotitolo della raccolta recita: Come cotone al vento.
L’introduzione di Antonella Fretta
rivela due posizioni: la parte più intima, mi appare dura, inerpicante,
sovversiva nella sua scrittura, a tratti ossimorica. I figli sono nostri e del mondo: “amarli / non è / arte effimera” (p. 22). Come non accogliere il percorso irto di “aguzzi cocci di bottiglia” della Nostra poetessa? Ce lo chiede l’esistenza condivisa, la poesia partecipata, il dramma esistenziale: “Amare / che non risulta / un lascito perduto.” Non possiamo fare a meno di riportare gli stessi versi di questa affannata
liberazione dei sensi, della femminilità, dell’immacolata
verità che va oltre la realtà umana. Concludiamo, per diritto di brevità, con la curva filosofico-teologica del poeta A. Ramberti: “Canta, guarda / anche i tuoi più avari lati / rideranno un po’ di luce” (p. 69). Ai figli di questo secolo il diritto a capire che genitori si diventa
vivendo, quanto figli si diviene crescendo cono essi. Montoro Inferiore, maggio 2005 |
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