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Sonia Gardini
Dove allunata?
recensione di Vincenzo D'Alessio
Sono raccolte, come è questa della Gardini, che mettono alla
prova il lettore conducendolo per vie remote, spazi sospesi, musiche inusitate.
Questa raccolta ha inoltre il privilegio di avere una prefazione poetica
quanto la poiesis che si svolge nelle sue parti, ad incipit di sezione.
La Luna è dall’altra parte delal terra “nella clessidra
del tempo” (p. 93) e ancora: “io non vivo in nessun luogo”
(p. 92).
Poco conta il tempo degli umani in questa raccolta quanto l’aspetto
gnoseologico trascritto in versi.
Non sono molti i popoli che identificano il futuro alle spalle e il passato
davanti: questa filosofia è veramente meravigliosa in quanto il
primo diviene l’entità che si afferma e il secondo la verità
dell’esperienza. Quindi è stupenda la richiesta dell’Autrice:
“Il sogno è verità?” (p. 93).
Non vogliamo rispondere a questa richiesta ma confermare l’universalità
di quanto affermato nella risposta sottesa. Noi siamo “il sogno”;
noi affermiamo: “la speranza ultima divinità a lasciare i
sepolcri”; riprendiamo a modello quel grande testamento spirituale
lasciatoci dal poeta padre David Maria Turoldo: “Questo solo io
volevo: / con le mie mani abbracciar l’universo. / Ora finalmente
basta un inchino / sulla creazione che si apre alla Luce / uguale alle
origini” (Il fuoco di Elia profeta).
Amiamo questa forma di scrittura poetica: semplice e lieve; aggraziata
e musicale; all’apparenza scarna, che dissimula la grandezza della
“parola” mentre ne afferma tutta l’entità semanticonaturalistica.
Insomma siamo di fronte a una poetica corposa, pregna della lezione montaliana,
del nostro Novecento e delle voci europee più genuine. Ci troviamo
di fronte ad una opera prima che promette di evolversi ancora di più
nella ricerca sistematica della realtà condivisa; al di là
delle proprie personali esperienze per affermare il distacco dalle cose
del cuore e avvicinarsi di più all’ironia.
Ci coinvolgono maggiormente i versi della poesia a p. 62 della raccolta,
dove il dramma de sisma raccolto nei versi “ma nel respiro / s’annida
/ l’antico terrore / per il rombo potente / del suolo” è
per noi il rivivere la tragedia del 23 novembre 1980 e tutta la distruzione
che n’è seguita: materiale e morale! Bellissima descrizione
dei paesi: “sono presepi di cartapesta” la stessa condizione
del Belice, del Friuli, dell’Irpinia, dell’Umbria e di quasi
tutte le parti del mondo soggette a questo fenomeno naturalmente tragico.
Anni di scrittura rivisitata diverse volte. Ricerca di identità
tutta terrestre “allunando” oltre la disperazione delle risposte
non piovute da quel “Tu” scritto con la maiuscola.
Troppo “silenzi cattivi” e “nessuna tenerezza”
divina per una mente che divora i giorni, che ricerca “nell’amore
per le parole il suo essere tanti” (p. 92). Più che la morte
l’Autrice teme il dolore “l’urlo dai volti scarniti”
(p. 100) e alla stregua del grande scrittore Primo Levi invita Dio a farsi
sentire sull’orrenda storia umana di ogni giorno: “E Tu taci”
(p. 100).
Come poeticamente ha scritto Narda
Fattori nella prefazione “Transire” è il verbo
adottato dalla Gardini, al quale aggiungiamo il verbo che apre la prima
poesia della raccolta: “Varcare sognando / i confini della vita…”
(p. 13). Vale bene ricordare i versi meravigliosi del Leopardi indirizzati
alla Luna: “O mia diletta luna. E pur mi giova / La ricordanza,
e il noverar l’etate / Del mio dolore.”
Noi viviamo per dare continuità al sogno degli uomini; viviamo
nei versi; porgiamo la poesia come energia dell’anima: “Dove
allunata / l’evasione mia / di fanciulla?” (p. 19)
(settembre 2006)
per contatti:
Vincenzo D'Alessio
via Sala 29 - frazione S. Felice
83025 Montoro Inferiore (AV)
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