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Specchio
recensione di Vincenzo D'Alessio
L'epigrafe posta all'inizio della raccolta è una dedica accorata
ad un caro amico scomparso ma anche l'apertura a seguire con "pazienza"
la lettura dei versi contenuti nella raccolta.
Come molte opere contemporanee, questa potrebbe essere letta come un affondo
personale dei sentimenti, degli accadimenti, del paesaggio interno ed
esterno al poeta. Invece è la ricerca continua dello stupore e
della incessante volontà di raggiungere il senso della vita, dell'esistere.
Per Oselini la tavolozza cromatica
dell'anima si trasferisce attraverso gli occhi nei versi: ogni colore
diventa una identità di sentimenti, di vibrazioni, di metafore:
"È bello /
scivolare / nella melodia" (p. 26); "Il giallo vince / l’azzurro
/ eclissando / il grigio" (p. 27).
Il verso del nostro tenta di scarnificare
l'essenza dell'energia vitale attraverso quella filosofia eleatica che
infuso nel pensiero occidentale tanti diverticoli: "rosso di fuoco
/ nel pallido tramonto / di stelle sognate / (…) il fiume corre
/ denso di suoni / fra rive mai dome // come la mia battaglia / non trovo
pace / se non nel dono" (p. 11).
Ricerca e sofferenza, realtà e inquietudine, ricerca di eterno
e solitudine, onda su onda "adagiarsi / nel silenzio" (p. 13).
Ci vuole tempo per seguire il filo rosso che lega le cinque parti della
raccolta, dove la vera bellezza, anche dopo lo smarrimento, resta "lo
sguardo /a una rondine" (p. 43): per antonomasia libera, in viaggio,
irraggiungibile. L'esistenza è in transito. I saggi lo sanno e
si accorano nella natura madre e matrigna. Asola di un tempo vulnerabile
e famelico: "La macina / Del tempo / Espelle /
Eterei / Affetti" (p. 76).
La ricerca di eterno affatica e come in uno specchio cerchiamo le immagini.
L'immagine che si sospende per un attimo tra passato ed eterno
(febbraio 2006)
per contatti:
Vincenzo D'Alessio
via Sala 29 - frazione S. Felice
83025 Montoro Inferiore (AV)
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