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Sembra quasi un petit tour
questo librino da viaggio interiore, che si dipana nell'esperienza quotidiana
di una realtà urbana giovanile. Attraverso particolari lucidi come
gioielli, Bottura ci trasporta in un mondo surreale, romantico saremmo
tentati di dire, se non fosse che il romanticismo è riscattato
da una vena di cinico disincanto. Una prosa di grande suggestione, che
parte dall'esperienza dell'io per arrivare alle piccole cose, ai simboli,
che strutturano un vero e proprio itinerario di formazione.
Chiara Cretella
in Le voci della luna, n.
29, luglio 2004
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La Gazzetta di Mantova
Bottura, racconti che navigano
di Giovanni Vigna
Transatlantici di carta
(Fara Editore. 7 euro, pagine 77), raccolta di racconti brevi di Daniele
Bottura, fin dal titolo echeggia la leggerezza di una scrittura legata
alla necessità di comunicare con un mezzo che porti da qualche
parte, il transatlantico, e con la labilità della carta.
"La scrittura - spiega l'autore - supplisce a questa labilità,
legata al lato ordinario del vivere quotidiano, rendendo permanenti le
cose che vengono narrate."
I racconti di Bottura assomigliano a fotografie per l'impatto quasi visivo
dell'immagine che penetra nel lettore attraverso le parole. "Sono
storie ordinarie raccontate in modo forte, dando importanza al dettaglio,
al particolare - aggiunge - il dettaglio rivela l'essenza della vita ed
esprime il bisogno di trovare cose vere, cose importanti". E proprio
uno dei venti racconti, quello Sulla scrittura, chiarisce il
passaggio dal ruolo di lettore a quello di scrittore. Invece che affidare
"ad altri il compito di dire quello che avremmo voluto raccontare
noi, passiamo alla narrazione e all'autonarrazione, scoprendo che nei
racconti di altri a volte non ci sono parole migliori delle nostre."
Con questa idea Daniele Bottura preferisce collocare il commento dello
scrittore mantovano Corrado
Giamboni sulla propria scrittura al termine del libro, nell'intento
di lasciare al lettore la libertà di provare emozioni e di formarsi
una propria opinione sull'opera.
I racconti, al limite tra la narrazione e la poesia, sono frutto di uno
stile originale e surreale che, secondo Giamboni, ha qualcosa di magnetico
e richiamano alla poetica leopardiana, che ha fatto del dettaglio della
siepe il trampolino di lancio per parlare dell'infinito.
Tra i racconti spiccano alcune perle tra le quali la descrizione di un
concerto del trombettista jazz Paolo Fresu, condensata in sei intense
righe, e di una notte in cui dentro sono "luci colori ritmo quadri
fotografie corpi occhi bicchieri mani vestiti sguardi house music"
e in cui fuori è la "luna, sempre così offuscata e
sbiadita in questa pianura dove il giorno è muto e la notte impotente".
L'autore, che vive a Mantova e lavora in una comunità per minorim
è socio fondatore dell'associazione culturale Grilliperlatesta
ed ha promosso, insieme al suo gruppo, tre edizioni di "Verba Market",
una vetrina ad uso dei giovani scrittori mantovani.
(La Gazzetta
di Mantova del 3 gennaio 2004)
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