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Il libro
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Nemico peggiore
di Andrea Campanozzi
“Erlöse mich! Ich kann nicht länger
sterben”
(Ingeborg Bachmann, Lieder auf der Flucht)
“Sucede que soy y que sigo”
(Pablo Neruda, Pido Silencio)
Ai più piccoli tra noi
Io sono un poeta
Io sono un poeta.
Ho caro il tuo osso
ma il tuo osso mi azzanna
è il mio nemico peggiore
il tuo osso e l’occhio
cosparso di terrore
lo teme
quell’occhio che ora
è il mio nemico peggiore.
Eppure sono
un poeta
e intendiamoci anche
rivolo nell’onda e pazienza
architettonica
se è bagnato il tuo sguardo lo so
dalla sentinella lasciata nel cielo.
Ma l’onda ancora disperde
è nemica e peggiore
la pazienza cattura
è nemica più forte
e l’occhio
vacuo di terrore
la teme
quell’occhio che ora
è il mio nemico peggiore.
(dall'autopresentazione)
Le poesie che con piacere ho raccolto in questa antologia sono rivolte
alla più sfacciata e terrena realtà, agli stratagemmi e
intuizioni, nascondimenti e rivelazioni, con cui cerchiamo di attraversare
incolumi questa epoca ottusa e meschina.
Credo che la poesia abbia una impareggiabile capacità di cogliere
e di redimere la realtà, restituendo idee ed immagini inaudite.
Con questo, non sto affatto parlando di una attività eterea e impalpabile,
quanto della più efficace forma di eversione dell’ordine
costituito. È una attività clandestina, la poesia: ci stana,
ci scandalizza, ci toglie letteralmente il terreno da sotto i piedi; in
una frase: mette alla prova le nostre esistenze. La poesia è un
meraviglioso pericolo, il primo nemico per una vita indifferente e distratta,
il “nemico peggiore”, appunto.
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