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Scheda:
Stefano Cammelli
L'acqua scende
a valle
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Il Giappone di Stefano Cammelli
Si puo' dire che ci siano due immagini del Giappone che hanno avuto grande
successo in Europa.
La prima e' degli anni '60. Mostra giapponesi in un grande magazzino intenti
ad aspirare ossigeno da bocchettoni messi a disposizione dei clienti.
L'inquinamento e' tale, commentava una voce fuori campo, che ci si difende
come si puo'... l'aria delle citta' giapponesi e' ormai oltre i limiti
dell'accettabile. Nella
loro furia di inseguire il progresso i giapponesi hanno sacrificato tutto,
anche l'ambiente in cui vivono.
La seconda immagine, ugualmente tragica, e' quella del fiume che attraversa
Tokyo: un fiume cosi' inquinato, veniva detto alla fine degli anni '60,
che cascarci dentro equivale a morte certa. (...)
E' difficile contestare un'idea cosi' radicale e errata. Difficile perche'
non poggia su niente di concreto. Ne' su un'esperienza diretta.
In citta' come Mexico, Los Angeles e Milano, per non indicare che tre
esempi nobilissimi, vi sono giorni dell'anno in cui a causa dell'inquinamento
atmosferico le persone anziane ed i bambini sono invitati a non uscire
di casa o a limitare le passeggiate in strada nelle zone piu' verdi. (...)
E' noto che di questo avvelenamento ambientale il
cancro e' l'espressione piu' certa. A parte il fumo, di cui tutto e' noto
a fumatori e non, emerge ogni giorno con sempre maggiore chiarezza l'importanza
di una corretta alimentazione. Un uso piu' limitato di grassi, ecc. ecc.
Essendosi alzata di molto l'eta' media della popolazione mondiale il rischio
dell'insorgere di malattie degenerative e' notevolmente aumentato.
Ma le morti per cancro in Giappone sono piu' basse rispetto ad Europa
e ad America.
Infatti, le condizioni di vita in Giappone sono decisamente migliori.
Si mangia, si respira, si vive in condizioni piu' sane e meno inquinate.
Queste migliori condizioni di vita sono legate strettamente a un caposaldo
della cultura giapponese,
al rapporto con la natura.
L'amore che lega un giapponese di qualunque strato sociale alla natura
e' qualcosa di evidente, di facilmente riconoscibile. E' qualcosa che
chiunque e' in grado di cogliere, purche' alzi gli occhi dal contratto
che sta firmando o accetti di guardare un poco piu' in la' della hall
dell'albergo.
In primavera i telegiornali e i quotidiani pubblicano bollettini aggiornatissimi
sulla fioritura dei ciliegi. Si attende la fioritura con la stessa ansia
con cui un bambino europeo attende Natale.
"Oggi i ciliegi hanno cominciato a fiorire a Fukuoka, nelle valli esposte
a sud poste a una altezza media di metri X sul livello del mare. Domani,
nel primo pomeriggio, la fioritura potrebbe cominciare a sud di Hiroshima..."
Quando la notizia viene data ecco che scuole, aziende
ed associazioni ricreative organizzano le gite.
Quando alla fioritura dei ciliegi si aggiunge la luna piena puo' essere
impossibile trovare anche una sola camera. Le strade sono piene alla sera
di gruppi di turisti che si dirigono verso i templi e gli ampi parchi
in cui sono inseriti. L'intero Giappone pare fermarsi. Nei ricordi delle
persone (si pensi ai film di Kurosawa, ai romanzi di
autori come Tanizaki e Kawabata) non si dira': "Ci incontrammo l'ultima
settimana di marzo", bensi' "Ci incontrammo l'anno scorso. Era la stagione
della fioritura dei ciliegi."
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