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Scheda:
Renato Serra
Kipling
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Kipling visto da Renato Serra
Basta profferire le sillabe del bel nome, squillante come una fanfara
esotica, ed ecco da tutte le parti concorrere come per se stesse mosse
le grandi frasi sonore; ecco
gli aggettivi lustri come un soldo nuovo, le imagini sontuose e le osservazioni
profonde rannodarsi, come soldati alla bandiera, intorno ai punti culminanti;
"il professore d'energia degli anglo-sassoni", "il rosso poeta del sangue",
"il confessore e il banditore delle virtu',
delle vittorie, dell'orgoglio e dell'anima della razza"; "il poeta dell'imperialismo".
Certo, come leggenda da scrivere sotto una oleografia, non si puo' dire
che "poeta dell'imperialismo" non sia una formula ben trovata.
Con la sua apparenza semplice, ma piena di dignita' essa par fatta apposta
per quell'ufficio; puo' viaggiare di bocca in bocca senza invecchiare
mai o logorarsi, puo' comparire senza svantaggio in ogni piu' scelta societa',
puo' collocarsi in qualunque punto di qualunque discorso senza perder
nulla del suo suono e della sua eco profonda; puo' perfino, in certi momenti,
aver l'aria di nascondere anche un significato. Non si puo' esigere di
piu' da una frase: e chi avendone voluto dedurre una vera e propria definizione,
un ritratto riconoscibile dello scrittore che e' Kipling, e non avendone
cavato altro che fumo e vento, si scagliasse poi pieno d'ira contro il
cliche', dicendolo stupido e banale e via via, avrebbe
gran torto. Parrebbe che ignorasse come frasi fatte e cliche's sono solo
per lo scambio, per il quotidiano commercio degli uomini; ne' ad altro
debbono o possono servire. Procuriamo di non cadere in questo errore;
e cerchiamo qualche altra via per la conoscenza di Kipling.
Davvero, credo che ne valga la pena: per ricca che sia -
o che si creda - la letteratura moderna di figure curiose e caratteristiche,
di nuovi uomini da far le delizie del piu' ghiotto novellatore, di Kipling
ce n'e' uno solo; e spicca
in mezzo a tutti gli altri con un rilievo si' duro e forte e particolare
da non dimenticarsi piu'. Tutto scolorisce,
tutto si fa piccolo e scialbo accanto a lui: vita, educazione, fortuna
libraria, trionfo letterario e commerciale, politico e patriottico; tempra
del carattere, qualita' del sentire, la parola, l'accento; tutto infine,
nell'uomo e nell'artista e' nuovo, singolare, tutto
concorre a dargli una fisionomia sola sua, che pare intagliata in una
materia che non abbia servito mai per altri. Basta accennare che quest'uomo
nato quarantatre' anni or sono a Bombay, giornalista a diciassette, scrittore
famoso a ventidue, gia' prima dei trenta era salito tanto alto quanto
ambizione di mortale possa oggi sognare. Gloria, ricchezza, signoria:
tutto ha avuto, tutto un gran popolo intento in lui, aspettando le sue
parole come un campo di grano aspetta il vento che lo pieghi a onda a
onda e lo sollevi.
La sua copia ha toccato sul mercato degli editori prezzi che sanno di
favoloso (ricordate il manoscritto di Kim ceduto a un editore americano
un dollaro la parola; una novella firmata da lui pagata dalle Riviste
mille sterline a occhi chiusi); i suoi libri hanno corso tutti i paesi
di lingua inglese, dall'oggi al domani, come puo' correre un telegramma;
senza differenza di latitudine, di classe sociale, di cultura, di nazionalita';
perfino a Londra, a Capetown, a Bombay, a Melbourne, nelle colonie come
nella madre patria, agli Stati Uniti come in Inghilterra,
fra i marinai, nelle caserme, sotto le tende cosi' come nei salotti e
nei clubs, trionfando sempre.
E il trionfo letterario e' nulla di fronte al trionfo
personale, all'avventura inaudita dello scrittore diventato potenza politica,
il cui consiglio fu ricercato sto per dire dal Parlamento (se non dal
Parlamento, almeno da una parte; i capi del partito nazionale si sono
rivolti a Kipling, fra il '98 specialmente e il '900, come a un oracolo,
e l'hanno ascoltato non come un poeta, ma come un uomo pratico, di cui
ogni parola ha un peso: orator et auctor), la cui voce e' come quella
di quei profeti antichi, che stavano al di sopra dei popoli e dei re.
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