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Scheda:
Gottfried W. Leibniz
Il senso del male
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Riflessioni di Leibniz
II. Obiezione
- Se c'e' piu' male che bene nelle
creature intelligenti, c'e' piu' male che bene in tutta l'opera di Dio.
- Ora c'e' piu' male che bene nelle
creature intelligenti.
- Dunque c'e' piu' male che bene in
tutta l'opera di Dio.
Risposta. Si nega la maggiore e la
minore di questo sillogismo condizionale. Quanto alla maggiore, non e'
accettabile, perche' questa pretesa conseguenza dalla parte al tutto,
dalle creature intelligenti a tutte le creature, suppone, tacitamente
e senza prova, che le creature prive di ragione non possano essere comparate
e messe in conto con quelle che l'hanno. Ma perche' non supporre che il
surplus di bene nelle creature non intelligenti, che riempiono il mondo,
ricompensi e anche sorpassi in modo incomparabile il surplus di male nelle
creature ragionevoli? E' vero che il valore di queste
ultime e' maggiore; ma, in compenso, le altre sono incomparabilmente di
piu'; e puo' essere che la proporzione del numero e della quantita' sorpassi
quella del valore e della qualita'.
Quanto alla minore, non la si deve
del pari accettare, cioe' non si deve accettare che ci sia piu' male che
bene nelle creature intelligenti. Non si ha nemmeno bisogno
di convenire che ci sia piu' male che bene nel genere umano, perche' puo'
darsi, ed e' addirittura assai ragionevole, che la gloria e la perfezione
dei beati sia incomparibilmente piu' grande della miseria e imperfezione
dei dannati, e che qui l'eccellenza del bene totale, nel numero piu' piccolo,
prevalga sul male totale nel numero piu' grande. I beati si avvicinano
alla
divinita' per mezzo del Mediatore divino, per quanto puo' convenire a
tali creature, e fanno dei progressi nel bene che e' impossibile ai dannati
fare nel male, quando si avvicinano il piu' che possono alla natura dei
demoni.
Dio e' infinito, e il demonio e' limitato; il bene puo' andare e va all'infinito,
mentre il male ha i suoi limiti. Puo' accadere dunque, e credo sia cosi',
nella comparazione fra beati e dannati, il contrario di cio' che abbiamo
detto poter accadere nella comparazione tra creature intelligenti e non
intelligenti, cioe' puo' essere che, nella comparazione fra felici e infelici,
la
proporzione dei gradi [di valore] superi quella dei numeri, e che, nella
comparazione fra creature intelligenti e non intelligenti, la proporzione
dei numeri sia piu' grande di quella dei valori. Si ha diritto di supporre
che una cosa e' possibile, finche' non si prova che e' impossibile; e
comunque quello che qui si
propone supera la supposizione.
Ma in secondo luogo, quand'anche si
ammettesse che c'e' piu' male che bene nel genere umano, si ha poi ogni
motivo di non ammettere che ci sia piu' male che bene
in tutte le creature intelligenti; perche' c'e' un numero inconcepibile
di geni, e forse anche di altre creature razionali; e un avversario non
potrebbe provare che, nell'intera citta' di Dio, composta tanto di geni
che di animali razionali senza numero e di una infinita' di specie, il
male superi il bene; e, benche' non si abbia bisogno, per rispondere a
una obiezione, di provare che una cosa e', quando basta la sua sola possibilita',
non si e' tralasciato di mostrare in quest'opera che e' una conseguenza
della perfezione suprema del sovrano dell'universo che il regno di Dio
sia il piu' perfetto di tutti gli stati o governi possibili, e che, di
conseguenza, il
poco di male che c'e' sia richiesto per la pienezza di
bene immenso che vi si trova.
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