|
Scheda:
Giovanni Vailati
Alcune osservazioni
sulle questioni di parole
|
|
Credibilita' e convenienza
La distinzione tra le questioni che si riferiscono alla verita' o credibilita'
d'una data opinione e quelle che si riferiscono invece alla convenienza
di esprimerla sotto una forma piuttostoche' sotto un'altra, viene ad assumere
piuttostoche' a perdere rilievo ed importanza di mano in mano che noi
acquistiamo piu' intima conoscenza delle varie trasformazioni attraverso
alle quali le teorie scientifiche si sono andate svolgendo, e dei vari
significati che una stessa formola verbale ha successivamente assunti
prima che ad essa venisse attribuito il significato che essa ha attualmente.
Cio' rende tanto piu' singolare e bisognevole di
spiegazione il frequente ricorrere, nella storia delle
scienze, di fatti che contraddicono, o almeno sembrano contraddire, all'opinione
comunemente accettata, secondo la quale le ''questioni di parole'' sarebbero
da considerarsi come oziose e futili di fronte alle ''questioni di fatto'',
e il tempo e gli sforzi ad esse applicati come pressoche' sprecati, per
cio' almeno che concerne l'effettivo avanzamento delle conoscenze.
Anzitutto non e' raro il caso di importanti e decisivi
progressi scientifici che ci appariscono come determinati
o, a ogni modo, provocati, dall'esplicarsi di controversie
che a noi sembrano riferirsi soltanto al significato che si doveva o no
dare a una determinata frase o parola, di controversie cioe' che non avrebbero
potuto aver luogo, o sarebbero state immediatamente risolte, se quelli
che vi presero parte si fossero dati fin dal principio la pena
di ben definire i termini di cui si servivano, in modo da
rendere impossibile ogni equivoco sulla portata reale delle loro rispettive
asserzioni.
Di piu' noi vediamo esser stati frequentissimi gli errori,
e i ritardi all'acquisto di nuove cognizioni, dovuti, se non esclusivamente
almeno principalmente, a cio', che, in date circostanze, certe utili e
indispensabili ''questioni di parole'' non furono sollevate, o non poterono
esser discusse, e certe nozioni confuse ed ambigue non
furono sottoposte all'analisi e alla critica per soverchio rispetto all'involucro
verbale che le proteggeva.
Io mi propongo di far rilevare, ricorrendo in particolar
modo ad illustrazioni tolte dalla storia della meccanica, di quanto aiuto
possa essere l'esame dei fatti di questo genere, non solo per darci lume
sul meccanismo intimo
del linguaggio e sul suo modo di funzionare, sia come mezzo di rappresentazione
che di trasmissione delle idee e delle conoscenze, ma anche per guidarci
a istituire una corretta diagnosi e caratterizzazione delle illusioni
e dei sofismi a cui le imperfezioni sue possono dar luogo, e per suggerirci
i mezzi piu' atti a por rimedio a tali imperfezioni, o almeno ad attenuarne
gli effetti e
a premunirci contro la loro influenza.
|
|