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Intervista
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Liana Mussoni
Miloud. Il volto non comune di un clown
con un intervento e illustrazioni di Dario Fo
€. 7,00 pp. 80 (TerrEmerse)
ISBN 8887808548
In questo libro raccontiamo la storia di Miloud Oukili, il giovane clown
franco-algerino che, attraverso l’arte circense, ha permesso a centinaia
di bambini abbandonati di uscire dai canali sotterranei di Bucarest per
ricominciare a vivere.
Si tratta di una vicenda straordinaria che ci insegna il significato più
profondo di parole come “solidarietà”, “ascolto”,
“libertà”; un’esperienza che valorizza la dimensione
della soggettività, l’intrinseco valore di ogni persona,
attraverso l’arte. (…)
L’arte in generale e il teatro in particolare permettono all’uomo
di recuperare quella perdita di anima che caratterizza la nostra società,
perché è in grado di donargli la consapevolezza critica
di abitare un mondo da lui stesso costruito, le cui regole possono essere
cambiate e non accettate passivamente; il teatro aiuta a educare un uomo
capace di reagire al “malessere da mancanza di futuro” con
un atteggiamento di fiducia. (…)
Tutto questo viene confermato dall’esperienza di Miloud che affronta
l’argomento da un altro punto di vista, o meglio, lo affronta vivendolo
e non semplicemente analizzandolo.
L’originalità del suo approccio ai ragazzi di Bucarest è
il sorriso e l’autorionia: la capacità di ridere di sé
stessi e degli altri per superare le difficoltà senza cadere nell’autocommiserazione
o nell’aggressività. Il suo lavoro, dunque, incontra l’ambito
della comico-terapia, dove curare significa “prendersi cura”
della persona malata attraverso la consapevolezza che il buon umore accelera
la guarigione e migliora la qualità della vita. Proprio il tema
della comicità come terapia mi ha portato ad incontrare Dario Fo
che molto generosamente ha arricchito con la sua testimonianza e i suoi
disegni questo lavoro.
L’incontro con Miloud è stato uno dei momenti più
emozionanti della mia vita, per questo ho pensato di condividerlo con
altri pubblicando questo piccolo libro che spero teniate sempre vicino
al cuore.
(dal capitolo 1. Teatri di vita)
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