Intervista a Paolo Galloni
autore delle Affinità casuali
Come è cambiato (se è cambiato) Paolo Galloni dal tempi
di Donal d’Irlanda?
Dai tempi di Donal
d’Irlanda ho avuto due figli, Alessandro e Lorenzo. Dai tempi
di Donal d’Irlanda ho meno tempo per scrivere e più fiducia
di saperlo fare.
Il tuo scrivere risponde ancora alle stesse domande o ha il desiderio
di trovarne di nuove?
All’inizio il bisogno di scrivere nasceva dalla mia esperienza
di lettore smodato e compulsivo. Mangiavo parole, ruminavo pagine, dovevo
fare qualcosa anch’io: era diventato urgente. Oggi avverto un bisogno
creativo che sempre più s’impone come principio guida nella
vita quotidiana. Anche per questa ragione ho deciso di esplorare le potenzialità
del Blog: la scrittura in rete aperta ai commenti dei visitatori, con
possibilità di inserire musiche di sottofondo, immagini, scambiarsi
pareri, costruire una Grande Narrazione insieme a compagni di viaggio
che da occasionali e “casuali” diventano “affini”
e in ultima analisi amici; una condizione in cui lo stimolo creativo è
maggiore.
La scrittura/confessione che un blog consente ha una sua incisività
o attira perché lascia più libertà di altri tipi
di incontro/confronto?
In parte ho già risposto nella precedente risposta; devo precisare,
tuttavia, che il mio approccio al Blog non è certo rappresentativo.
Ci sono arrivato in età matura, con alle spalle un retroterra fondato
sul libro tradizionale, che è tuttora il mio supporto prediletto
– e lo dimostra il fatto che ho ceduto alla tentazione di verificare
l’effetto che avrebbe fatto il trasferire sulla buona vecchia carta
pagine nate in rete. Nel mio caso, l’aspetto di “confessione”
pubblica, di diario intimo aperto e non chiuso a chiave nel cassetto,
è decisamente secondario, anzi accidentale. Più importante
è l’opportunità di usufruire di uno spazio creativo
quotidiano aperto, all’interno di una rete dinamica di relazioni,
una sorta di utopia minore. In molte occasioni, poi, mi sono cimentato
con il gioco del lettore che incontra fuori dal contesto originario personaggi
dei romanzi che ha amato. Si badi però che nel libro l’apporto
determinante della componente relazionale del blog rimane – e deve
rimanere – dietro le quinte; ciò che conta è di nuovo
solo l’esperienza della lettura di un testo e della sua capacità
di dare/donare e di rendersi autonomo rispetto all’autore.
A chi consiglieresti in particolare la lettura delle Affinità
casuali?
A chi s’interessa della vita della scrittura nel XXI secolo. A
chi ama il Web e a chi ama la concretezza del volume cartaceo. A chi ama
i testi brevi (e le belle edizioni) capaci (mi auguro) di fare compagnia
anche quando c’è poco tempo libero. A chi crede che la lettura
sia un piacere della vita da condividere.
A cosa stai lavorando per il futuro?
Ho ultimato un saggio storico dedicato al tema della guarigioni attraverso
la parola e spero di pubblicarlo presto. Gli altri progetti sono tanti
e so già che ne realizzerò una minima parte.
(Fara Editore, autunno 2004)
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