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Recensioni segnalazioni
Nazario Pardini (Alla volta di Leucade)
Filosofi per caso (A. Foderaro)
Prefazione
di Chiara De Luca
Renzo Montagnoli (arteinsieme.net)
Ivano Mugnaini su Franzin
Guglielmin, Tomada e Turra Zan in Ossodiseppia (Erminia Daeder)
Maurizio
Spinali in poeti.it
(con assaggi)
Giiovanni Fierro in Blanque de ta nuquesu Francesco
Tomada
Erika Crosara
Stefano
Guglielmin
Foto
della presentazione a Chiari
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Alessandro Ramberti (a cura
di)
Dall’Adige all’Isonzo. Poeti a Nord-Est
prefazioni di Chiara De Luca
e Massimo
Sannelli
€ 15,00 pp. 280 (Neumi)
ISBN 978 88 95139 48 7
Le dieci voci qui raccolte sono fra le più significative, valide
e intense dell’Italia nordorientale. Diverse generazioni, una varietà
di poetiche e di stili: dall’elegiaco allo sperimentale, dal soggettivo
all’impegnato, dal neoepico al destrutturato, dall’idillico
al sarcastico… ovviamente riveduti e corretti e a volte compresenti
nello stesso autore). Il filo rosso che percorre queste sillogi è
un approccio etico alla scrittura che è condensazione di vite,
sintesi di pensieri e sentimenti ben radicati nella realtà, dunque
vibranti, autentici, mai solipsistici, spesso profetici. Le avvincenti
ed empatiche prefazioni dei due brillanti giovani critici e il commento di un sodale che trovate in
appendice a ciascuna raccolta ci donano molteplici e penetranti chiavi
di lettura per assaporare al meglio queste pagine. Eccone degli assaggi-flash:
«Le stelle perse di vista / le riconosco al tatto, e ascolto»
(Paolo
Campoccia); «l’imprevisto di un mondo impensato / si addossa
alle nubi» (Roberto
Cogo); «Migrano certi figli non ancora bambini / di nuca in
nuca» (Alessandra
Conte); «mettendole il seme della mattità faceva gli
occhi / più grandi, lungo la prima metà rivoltava il respiro»
(Erika Crosara);
«Penso il tempo asciutto / di un volo rimandato di merlo»
(Giovanni
Fierro); «Tut dise de ’na stajón che / mòre
anca se ’l sol scalda» (Fabio Franzin);
«dopo l’arringa delle mie labbra sperlari: / cercavi la radice,
il tubero dolce» (Stefano
Guglielmin); «Quando chiudi la porta alle tue spalle è
uno stacco / uno stop dalla regia e bisogna fare presto» (Simone
Lago); «si avvera ciò che matematici non riescono a capire
// che anche l’infinito si può moltiplicare» (Francesco
Tomada);
«Navigante, abiti la plancia con il corpo / a picco e hai per te
un pensiero di riguardo» (Giovanni
Turra Zan).
Sono versi sui quali ci piacerà tornare per goderne la ricchezza
di suono, di senso, di profezia. I poeti ci possono indicare in anticipo
dove tutti noi stiamo andando (o dove si desidera farci andare) e sanno,
come sensibilissimi radar, indicare le emergenze e aiutarci a navigare
verso quelle mete per cui vale davvero spendere la nostra vita. Nonostante
il momento non facile, c’è
forse ancora una speranza da coltivare e da far crescere: questi dieci
autori ci dicono che la poesia può dire in proposito qualcosa di
importante e dirlo in modo essenziale e splendido.
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