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Autori Vari
Il silenzio della poesia
a cura di Alessandro Ramberti
introduzione di Massimo Pasqualone
€ 14,00 pp. 182 (Neumi)
ISBN 9788895139357
Opere di: Adele Desideri - Alessandro Seri - Antonietta Gnerre - Carla
De Angelis - Colomba Di Pasquale - Cristian Pretolani - Filippo Amadei
- Giampaolo Vincenzi - Gianmaria Giannetti - Guido Mattia Gallerani -
Italo Radoccia - Morena Fanti - Ottavio Rossani - Riccardo Burgazzi -
Rita Giurastante - Stefano Cattani - Stefano Leoni - suggestione di lettura
di Stefano Martello
Il silenzio della poesia nasce da un incontro (organizzato dal
curatore e da Massimo Pasqualone in collaborazione con l’Associazione
Culturale “Alento”) tenutosi il 16 febbraio 2008 presso il
Museo Michetti di Francavilla
al Mare (patrocinio del Comune e della Provincia di Chieti): 24 autori
da tutta Italia si sono confrontati sul tema, al tempo stesso avvincente
e sfuggente (se non addirittura contraddittorio) che dà il titolo
a questo libro. 17 li trovate pulsanti in queste pagine, con le loro poesie
e/o le loro riflessioni: un campione piccolo ma significativo (anche per
la grande varietà delle poetiche rappresentate e per il taglio
transgenerazionale) dello status del poeta nel Bel Paese di oggi. La poesia
agli occhi di molti è “vanità” nel senso qoheletiano
del termine hèvel: un “fiato” che non sembra
avere grande importanza, un vapore che si dissolve presto, senza la capacità
di sommuovere che ha la musica, né la facilità icastica
di uno slogan. Forse l’essenza della poesia è proprio qui,
nel suo essere labile e impalpabile eppure con una carica concentrata
di energia che aspetta solo il lettore attento o abituato alla sue “frequenze”:
se la poesia è gratuita, umilmente accolta come una pietra preziosa
dal poeta che può (deve) certo lavorarla ma mai possederla, essa
può raggiungere tutti e germinare in coloro che hanno orecchi per
intenderla… Non credo nelle poesie-diario, autoterapeutiche, celebrative,
esistenziali, commemorative o di denuncia: se i versi restano troppo vincolati
all’occasione, all’evento o ai sentimenti dell’autore,
questi rischia, nel migliore dei casi, di fare un buon esercizio di stile
e più spesso di annoiare il lettore.
Sia il poeta che la poesia hanno bisogno del silenzio che decanta, prepara,
accoglie, genera parole profonde, essenziali, scintille di verità
da condividere.
Il silenzio è l’humus di una voce poetica autentica, e questa
è espressione di uno stare al mondo, in una data realtà,
con la consapevolezza che c’è però dell’altro.
Se le nostre vite sono un intreccio di storie (in tutti i sensi che la
parola può avere) la poesia ne illumina i nodi (che in senso positivo
sono gli incontri e gli eventi che aprono nuovi cammini e prospettive),
ma sempre a partire dal vuoto delle maglie in cui ha sede quel silenzio
che ogni lingua umana tenta di scandagliare: può “esprimerlo”
solo in qualche eco che comunque investe la realtà impastandola
di senso, rivelandola a coloro che vi sono immersi, autentificandone i
pensieri e quindi gli atti. I poeti veri sono dei fari che possono aiutarci
a navigare l’elusiva superficie senza suono che è la lavagna
trascendente in cui sta scritto il destino di ciascuno.
Alessandro Ramberti
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