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AA. VV. Dalla parte sbagliata

Intervista

 

Più allodole per tutti

di S. Martello

Qualcuno afferma che oggi tutto è politica, o che almeno tutto si riduce alla politica. Quest’ultima affermazione è forse più vera, soprattutto se si pensa all’animus con cui viene espressa nei bar, nei circoli associativi e alle fermate degli autobus.
La politica oggi – intesa come massima forma di partecipazione alla vita pubblica – viene considerata in maniera assolutamente negativa: non serve, o se serve non viene espressa in maniera costruttiva da coloro che di questa religione laica sono i massimi sacerdoti, più occupati a difendere la propria poltrona che quelle, ben più scomode e simili a rigide seggiole, dei cittadini che rappresentano.
Il mondo della politica questo lo ha capito bene, e non è un caso se da un paio di anni a questa parte la comunicazione – nello specifico pubblica e politica – ha un ruolo apparentemente fondamentale nella conduzione di una campagna elettorale: se si deve risultare simpatici, tanto vale immedesimarsi totalmente nel personaggio.
E allora via con i manuali sulla comunicazione di Forza Italia, sulle nuove forme di linguaggio assunte, sull’attenzione per l’Uomo della strada e per la Casalinga, sul marketing politico e sulle strategie.
L’Autore proviene da questo nuovo (in Italia chiaramente) universo professionale – la comunicazione politica – ma per un attimo ha riposto la propria scienza in un cassetto robusto ed ha preferito far emergere il gusto per la parola, o forse “la voglia di mettersi in mostra”.
Niente di negativo, sia chiaro; l’Autore non ha scelto di rinchiudersi in una casa monitorata da mezza Italia o di sottoporsi ad un intervento in diretta di chirurgia estetica, ma ha scelto – in piena consapevolezza – di illustrare i passi salienti che è necessario percorrere per divenire perfetti uomini politici (“ma l’occasione potrebbe essere utile anche a chi di professione fa semplicemente l’elettore” – dall’introduzione dell’Autore).
Lo spunto nasce da una ipotetica campagna elettorale e dai suoi elementi caratterizzanti…
Innanzitutto l’auto (siamo pur sempre in Italia no?) unitamente all’uso della stessa; puntualmente nuova e puntualmente a 150 km orari per giungere ad un appuntamento tre ore (e zero elettori) prima dell’orario convenuto; poi la moglie, in puro stile americano, che “si esprime meglio di voi, si presenta meglio di voi, è intelligente più di voi”, infine i collaboratori, divisi in fidati (“senza se e senza ma”) e finti entusiasti (“se e ma”).
Un esame approfondito viene svolto anche nei confronti degli strumenti dell’uomo politico perfetto: la stampa, le fotografie/riprese video, il volantinaggio (ma solo se conviene e comunque in piccole arene elettorali) insieme ai ragazzi che fanno il volantinaggio.
In merito a questi ultimi, è vero, lo ammetto; anche io, in tempi drammaticamente troppo vicini, ho esercitato la nobile arte del volantinaggio ed anche io che ho studiato (male ma tanto), che ho letto libri (bene e tanti) e che sono appassionato di politica (qui non so esprimere una valutazione) di fronte al cassonetto di turno (quello per la carta si intende) non ho resistito alla tentazione di gettarne un po’.
In questo non condivido l’idea dell’Autore secondo cui “Alan non riesce a percorrere più di trenta metri con il pacco dei volantini in braccio e lo sistema nel primo bidone della spazzatura”; non si tratta di disagio, semmai di difesa nei confronti di una armata cartacea che intasa le nostre cassette della posta ed i nostri parabrezza e a cui rivolgiamo oramai solo qualche insulto svogliato, non certamente la dovuta attenzione.
È chiaro che io non credo nel volantinaggio, anche in un contesto piccolo dove, anzi, è più praticabile l’idea del dialogo diretto (il comizio in piazza che l’Autore esamina nel prosieguo del libro).
Ma la parte certamente più gustosa è sicuramente quella dedicata al lessico della politica, a quegli esempi di comunicazione verbale assolutamente sterili che trovano senso e forza solo se accompagnati dalla comunicazione analogica del corpo, e che l’Autore prova a tradurre in frasi con un senso.
Ed il tipo di linguaggio è sicuramente uno dei nodi centrali dell’attuale modo di fare politica; passato dall’incomprensibile linguaggio della sezione fino alle dichiarazioni dei vari Di Pietro e Berlusconi che cercano di parlare ad un cittadino medio, desideroso di conoscere, per quanto negativo, il nocciolo della questione e non i sempre allettanti contorni (sia chiaro, “cercano”).
In conclusione un libro che paradossalmente bypassa l’obiettivo dell’Autore di “mettersi in mostra” con informazioni semi serie, centrando un obiettivo ben più serio.
Che il buon Gennaro Pesante – operatore della comunicazione politica – abbia individuato in sole 78 pagine, e con un linguaggio assolutamente accattivante, i mali dell’odierno modus operandi politico?

(in Diritto & Diritti - il Portale Giuridico italiano, marzo 2004)

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