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Recensioni e segnalazioni
Maria Lenti («La terrazza» n. 7, dicembre 2014)
Paolo Turroni (La Voce di Romagna)
Pillola di Enrica
Renzo Montagnoli (arteinsieme.net)
Vincenzo D'Alessio
Narda Fattori
qlibri.it |
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Gianfranco Miro Gori
E' cino, la gran bota, la s-ciuptèda
€ 11,00 pp. 86 (Nefesh 14)
ISBN 978 88 97441 49 6
Come osserva nella empatica e coinvolgente Prefazione Ennio Grassi, il titolo di questa raccolta ci indica le stanze, in cui si dispiega l’epica feriale di Gori dove «il dialetto inclina a divenire specchio di una memoria esausta»: E’ cino l è mórt, / e’ dialèt l è mórt. / O / i s aréugla tut dèu / piò o mènch / te bacaiadéz dla televisiòun, / te ciacaradéz ad internet (Il cinema è morto, / il dialetto è morto. / O / ruzzolano entrambi / più o meno / nel vociare della televisone, / nel chiacchiericcio di internet). Dopo Il cinema, l’altra stanza è dedicata a la gran bòta (il grande botto): «il Big Bang da cui tutto trae origine. Un corpo a corpo estremo tra la lingua dell’anima e il mistero del cosmo la cui posta in gioco è la ragione stessa della vita e il senso ultimo della poesia. […] Da la maravèia, da la pavéura l è sgurghè / una masa ad stóri, óna diversa da cl’èlta, / óna piò bèla ad cl’èlta, e bóni par cròidi (Dalla meraviglia, dalla paura sono scaturite / molte storie, una diversa dall’altra, / una più bella dell’altra, e adatte a essere credute)». L’ultima stanza, la s-ciuptèda (la schioppettata), è una piccola pièce: «In scena i due morti ammazzati, protagonisti in vita di una vicenda memorabile: Ruggero il padre del Pascoli e il suo assassino a sua volta ucciso perché non rivelasse il nome dei mandanti. Ora possono raccontare la verità, e la raccontano senza reticenza alcuna nella lingua di una Spoon River senza tempo.»
Gianfranco Miro Gori, nato a San Mauro Pascoli (11.8.1951), ha ideato e diretto la Cineteca del Comune di Rimini ed è stato sindaco di San Mauro Pascoli. Organizzatore di festival e manifestazioni
culturali in patria e all’estero, ha pubblicato molti
saggi (dedicati soprattutto al cinema ma anche a Giovanni Pascoli e Secondo Casadei), tre raccolte di versi in dialetto (Strafócc, Chiamami Città, Rimini 1995; Gnént, Pazzini, Verucchio 1998; Cantèdi, Mobydick, Faenza 2008) e un romanzo (Senza movente, Mobydick, Faenza 2000). Attualmente è presidente di Sammauroindustria, associazione culturale da lui progettata.
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