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Chiara
Daino web-site
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Intervista in Shortvillage
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Chiara
Daino
La Merca
recensione e foto di Claudio Bocchi in occasione della
presentazione genovese con Massimo
Sannelli
Ho letto La Merca come fosse
la superficie di uno specchio. Non ha faticato molto Chiara, lei donna
di penna e di teatro, a trovare e a scrivere (vivendo) personaggi così
coerenti, così limpidamente stronzi da farne, appunto, personaggi
esemplari.
Facile per lei, ovviamente, che sa tenere in mano la penna (La/il pena/e?).
Non sfugge leggendo il suo libro, infatti, la distinzione netta tra le
molte maschere e chi personaggio invece non è. La persona non si
descrive, come non c’è descrizione della vita. Per questi
ultimi inoltre partecipare allo Spettacolo costa di solito moltissimo.
Tenacemente infatti pretendono di esser considerati persone, categoricamente
rifiutano di essere mossi dall’alto tramite fili, anche se trasparenti.
Ma ci sono colori e sapori nella Merca, il sapore acido e amaro delle
sigarette e del vomito, di ciò che per una donna è sapore
di uomo.
Ci sono i colori pastello e smorti dei muri di corsia, il nero dei vestiti,
l’ambra della birra e quello azzurro da Husky degli occhi di Chiara
Daino che ti perfora.
Ho un problema: non riesco a smettere di dirle grazie, non certo per compassione,
quanto perché mi sento come lei un lupo scheletrico e affamato,
che fiuta la vita e l’amore nella spazzatura della realtà…
ma cazzo, cercando di farlo con stile!
La realtà che poi è l’altrui e la mia miseria, l’essere
anoressici e bulimici di Verità e di Amore.
Una malattia da cui mi auguro che né Chiara Daino né Claudio
Bocchi guariscano mai.
(dicembre, 2006)
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