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Scheda: Luca Verri (a cura di) |
Fra memoria e utopia"L'uomo e' per sua essenza proteso al futuro: un futuro inteso non solo storicamente, ma anche come riserva di senso che trascende e che attira a se'. La sensazione, tutt'altro che di estraneita', e' di riconoscimento del "luogo proprio per eccellenza", cio' che e' pienamente corrispondente con la natura piu' intima, il riposo che da' quiete. Ma e' ancora lontano: da attendere, da costruire, da compiere. Sempre eternamente. Questa e' la dimensione propria dell'utopia. L'utopia e' non luogo in quanto oltrepassamento della realta', superamento dell'attualita' verso cio' che si avverte come profondamente autentico. Mai l'utopia si pensa come impossibile da realizzarsi: sarebbe una contraddizione; cio' farebbe del genere utopico un esercizio letterario meramente affine al fantastico. Ogni grande utopista e' invece stato, nei suoi sogni almeno, sovrano a capo del suo progetto." (dall'Editoriale di Architetture Utopiche, a cura di "Non ha parlato chiaramente Gesu' di categorie di persone che passano
la vita intera guardando senza mai vedere volti e sguardi, e soprattutto
senza mai cogliere (Arturo Paoli, "Metz: un teologo in cerca di teologia. L'edificazione del regno", ivi, pp. 122-132) "A noi, ad ogni singolo individuo, rimane la memoria come compito, come tentativo personale e responsabile di impegno nei confronti del mondo." (Marta Cervino, "Romano Guardini. La memoria e il fondamento ontologico
della persona") |
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