Intervista a Stefania Marrone
coautrice di A un Piede e Mezzo dal Muro
Chi è Stefania Marrone?
Me lo dovevo aspettare che si cominciava con una domanda difficile.
Stefania è una che fino a tre anni fa pensava che le cose più
importanti della sua vita le capitassero per caso.
Stefania è una che tre anni fa ha scoperto che la felicità
è un lavoro quotidiano come un libro che leggi sera dopo sera o
che scrivi parola dopo parola. E allora ha cominciato a scrivere.
Cosa ti spinge a scrivere?
Sono nati insieme per me, la scrittura e il teatro. Li ho scoperti in
una volta sola durante un laboratorio di drammaturgia. Scrivo perché
mi piace raccontare storie, Sherazade si è salvata la vita raccontando
storie. Io mi salvo la vita ogni volta che suscito in una persona un’emozione
che somiglia a quella che provo io, che succeda dalle pagine di un libro
o da un palcoscenico.
Fino a tre anni fa avrei detto che è iniziato tutto per caso. Ora
sono quasi sicura che la scrittura era dietro l’angolo che mi aspettava,
e che stava per andare via, visto il tempo che ci ho messo a raggiungerla.
Quali scrittori hanno suscitato in te emozioni che somigliavano
alle loro?
Ho fatto la tesi su Proust e si è aperto un mondo, quello della
madeleine per l’appunto. Un mondo dove c’è il tempo
per gustare il sapore delle cose, dove ogni cosa dura finché la
riusciamo a tenere in equilibrio.
E poi Calvino e le Città invisibili "trovare chi
e cosa nell’inferno non è inferno, e dargli spazio, e farlo
durare".
Non posso dire se provavano quello che ho provato io leggendo, ma so per
certo che se le loro emozioni somigliavano alle mie, stavano bene mentre
scrivevano.
(Fara Editore, febbraio 2004)
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