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Drazan Gunjaca è nato nel 1958 a Sinj (non molto
lontano da Spalato): felice l'esordio del suo romanzo che oltre a vincere
un prestigioso premio è stato pubblicato in cinque paesi. Lo stile
diretto appare in linea con la narrativa che più si avvicina al
momento attuale, grazie anche a una traduzione che ne mette in risalto
la spontaneità di scrittura. La vicenda a sfondo autobiografico
si svolge nei primi anni novanta e inizia a Pola (dove l'autore vive da
circa venti anni esercitando la professione di avvocato): l'intreccio
dei rapporti umani mette in luce l'orrore della guerra. (Luciano Nanni,
Punto di Vista 43/2005)
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Letture
Balcani: sarà possibile congedarsi dal fronte?
di Antonio Spadaro
Drazan Gunjaca è uno degli scrittori emergenti della letteratura
croata. Congedi balcanici,
il suo primo romanzo, già tradotto in varie lingue, arriva in Italia
grazie a Fara Editore (2003, pagg. 212, euro 14,00). L'eterno
conflitto che sembra non lasciar tregua nei Balcani, il mito e il crudo
realismo sono gli elementi fondanti di questo romanzo, che ci
immerge nel recente conflitto iugoslavo con emotività vibrante
e ruvida. I personaggi sono nervi scoperti la cui umanità emerge
tra alti ideali e basse incomprensioni, tra la freddezza della tragedia
da una parte e il calore degli affetti – unica “ragione sufficiente
per vivere" – dall'altra. Il "congedo" militare assume
una dimension simbolica, che sembra divenire una cifra globale dell'esistenza.
(Letture, n. 601/2003, p. 40)
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