|
Laura Bonalumi
|
|
Gli occhi del mondo
recensione di Vincenzo D'Alessio
Ci troviamo di fronte ad un romanzo breve, sintetico, che apre “una
cartella” sul mondo inquieto degli indifesi, degli innocenti. Un
paesaggio arido quanto il deserto senza confini e senza barriere. Don
Fortunato Di Noto, con il suo Telefono Arcobaleno, è una delle
tante piccole piantine di lenticchie poste ai margini di questo deserto
infantile per arginarlo: manca la forza dissetante delle oasi per far
sì che questa arsura trovi finalmente pace.
Le parole sono tutte superflue. Gli occhi dei bambini violentati –
non solo fisicamente – sono un fuoco inestinguibile in troppe parti
di questo pianeta di esseri viventi e di belve.
La vicenda di Marta e Alessandro, con il corollario di ombre politiche
e familiari, risulta carica di vivacità, di alternanze, evidenziando
l’assetto socio-economico odierno dove, in nome del denaro, si dimentica
ogni sguardo in fretta.
I mass media sono stanchi di rilanciare informazioni sulle continue violenze,
scomparse, omicidi, che vedono come protagonisti i bambini. Spesso quelli
che compiono questi atti aberranti sono essi stessi vittime del proprio
opaco passato di violenza.
La storia affettiva tra Marta e Alessandro è legata come sovente
accade oggi alla casualità di un telefono, ad internet, ad una
chat. Ben altra cosa è la continuità dei nostri nuclei familiari.
Ben altro sono le soluzioni di una comunità, di una nazione, di
un mondo degli esseri umani, che non è capace di scrollarsi di
dosso l’immondizia generata dalla perversione e dalle devianze,
per proteggere gli occhi dei bambini.
La scrittura di Bonalumi è
matura, il dialogo acceso e le sospensioni pongono il lettore nella condizione
di seguire fluidamente fino all’ultimo capitolo le vicende dei personaggi
– pochi ma buoni – che animano il romanzo.
Una piantina… nel deserto… una in più.
(giugno 2006)
per contatti:
Vincenzo D'Alessio
via Sala 29 - frazione S. Felice
83025 Montoro Inferiore (AV)
|
|