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Nota di lettura La ri-cerca di Ramberti ha più natura concettuale che linguistica, di qui il parere non univoco dei critici (cfr. M. Baldi, pp. 87-89): ma pur potendo cogliere i punti di deboli di un'opera va tenuto conto anzitutto del significato complessivo che può ridurre l'intento estetico; un episodio come a p. 25 riesce a contemperare forma ed espressione. La sintesi poi (v. Non datur) si estende anche ai testi più corposi (es. Aggancio temporaneo) secondo un percorso spirituale che va oltre l'immagine (v. Circuiti). (Luciano Nanni, Punto di Vista 43/2005) |
In cercaSan Piero, 7-1-2005 Caro Alessandro, mi perdonerai so ho tardato un po' a ringraziarti per il bel dono, ma ho letto e poi a distanza di qualche tempo ho riletto. E devo dirti della sorpresa di scoprirti poeta. Tutto mi aspettavo da un editore, tranne far versi e tutto ci si aspetta da un linguista, tranne far versi, quindi duplice stupore. È un libro serio e ho molto apprezzato che tu abbia spinto la tua serietà fino al punto di ospitare tra le note critiche le parole così severe, eppure belle, di Martino Baldi. Col quale, però, non sono sempre d'accordo. Non credo che il tono gnomico o sentenzioso nuoccia ai tuoi versi, poiché non è il registro a fare la poesia, ché troppo facile sarebbe, se così fosse. C'è grande poesia didascalica, come c'è pessima poesia lirica, e non vedo perchè se si scopre un frammento di verità, esso debba essere censurato, poiché è meglio dire, "fingendo di non dire". Ma queste, a ben vedere, son tutte chiacchiere… Quel che importa di più è, ripeto, la serietà di questi versi che sanno raccontare, con discrezione e timidezza, di una ricerca e di un dialogo, difficile, con l'altro (o l'Altro). E questo basta a rendere prezioso il tuo libro. (…) |
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