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Scheda:
Thomas Casadei
(a cura di)
Esodo
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Intervista a Thomas Casadei,
curatore di Esodo
Chi e' Thomas Casadei?
Sono nato a Forli' ventisei anni fa e vivo da sempre a Forlimpopoli. Dopo
gli anni delle elementari e delle superiori divisi fra studio e gioco
del calcio (a livello agonistico) ho optato per quella che e' divenuta
la mia attivita' fondamentale: lo studio della filosofia, strettamente
connesso, a partire dai primi anni di Universita', con l'interesse per
la politica, intesa in senso ampio: oltre che come agire politico, come
studio delle culture e degli ideali politici, come discussione e presa
di posizione su questioni che toccano i vari ambiti della nostra vita
(conflitti fra culture, immigrazione, stato sociale e diritti di cittadinanza,
ecc.). Si spiega cosi' la mia laurea in Filosofia del diritto, nel marzo
1998, con una tesi dedicata al filosofo e critico sociale (Òintellettuale
militanteÓ come ama definirsi lui stesso) ebreo-americano Michael Walzer,
da qualche anno tra le figure piu' discusse a livello internazionale per
quel che riguarda la filosofia pratica. Gli anni dell'Universita' sono
stati bellissimi e intensi: studio, amicizie, incontri con figure fondamentali
per la mia formazione intellettuale e piu' in generale per la mia vita.
E' in questo contesto di relazioni, di dialogo, di passione per la filosofia
che e' emerso il progetto arcipelago, del quale sono stato uno
dei primi ispiratori e al quale ho dedicato molte energie. Tengo a dire,
inoltre, che quello che ho fatto fin qui, poco o tanto che sia, non sarebbe
stato possibile se intorno a me non ci fossero state certe condizioni
di serenita' e stabilita', e per questo sono infinitamente grato alla
mia famiglia e alla ragazza cui sono legato da anni. Attualmente sono
impegnato con il dottorato in Filosofia politica all'Universita' di Pisa.
Sono cultore della materia presso la cattedra di Filosofia del diritto
(prof. Gf. Zanetti) dell'Universita' di Modena e da marzo terro' alcuni
seminari, sempre nell'ambito della Filosofia del diritto, alle Universita'
di Messina e Catanzaro. Ho recentemente conseguito l'abilitazione all'insegnamento
per Filosofia e storia nelle scuole superiori e dal settembre prossimo
dovrei avere una cattedra. Filosofia e passione politica, socialita' e
dialogo: sono questi, in estrema sintesi, i termini che caratterizzano
la mia vita.
Sei dunque un filosofo impegnato nel sociale e in politica...
La filosofia deve aprirsi al mondo, alle dinamiche relazionali, sociali,
politiche, culturali. Ritengo fondamentale, anche se difficile, lasciarsi
lacerare dalla riflessione teorica e dall'impegno politico e sociale.
Non a caso esercitano su di me un grande fascino, oltre a Walzer, personaggi
come Carlo Rosselli, Guido Calogero, Aldo Capitini, e ancora John Stuart
Mill, John Dewey e la figura poco nota in Italia, ma estremamente affascinante,
di Richard Henry Tawney (socialista cristiano tra i padri del laburismo
inglese della prima meta' del Novecento). A questi autori ho dedicato
fin qui gran parte dei miei studi e delle mie ricerche che intendo approfondire
nei prossimi anni. Recentemente, in vista anche della tesi di dottorato,
ho iniziato ad occuparmi di un'altra figura complessa, Thomas Paine, quacchero
inglese, tra i padri della Rivoluzione americana nonche' impegnato nella
Rivoluzione francese su posizioni girondine (si oppose alla decapitazione
di Luigi XVI). Come si potra' immaginare tra gli studiosi di filosofia
politica e filosofia del diritto italiani, impegnati nel dibattito politico
e culturale, ho grandissima stima per Norberto Bobbio. Anzi e' proprio
a partire dai suoi scritti che mi sono avvicinato agli studi di filosofia
pratica e ad alcuni degli autori che ho citato: lo considero un grande
punto di riferimento, morale e culturale.
Che cosa rappresenta per te il progetto di arcipelago ?
Ho cercato di portare in arcipelago la mia visione della filosofia
(oltre che coordinatore sono il responsabile della sezione ÒIndividuo,
societa' e statoÓ), senza pretendere che essa divenisse dominante, ma
aprendola al confronto con altre posizioni e altri approcci. In questo
credo consista la caratteristica principale di arcipelago (e per
me in fondo della filosofia in generale): nel dialogo inteso non come
astratto intellettualismo ma come ricerca sofferta, continua, aperta e
sempre rinnovantesi. Mosso da questa tensione ho contribuito al primo
volume, Filosofie
del dialogo (a cura di Gianmaria Zamagni), in cui, nel contesto di
quello che si potrebbe definire il nostro manifesto programmatico, ho
scritto un pezzo su Guido Calogero autore di un importante volume dal
titolo emblematico Filosofia del dialogo. L'apertura, la ricerca,
la tensione al futuro, saldamente radicate nel passato e nella memoria,
sono anche i filoni attorno a cui e' andata tessendosi la trama di Esodo,
in cui studiosi appartenenti a storie e culture diverse (laici, cattolici,
cristiani, atei) hanno indagato questa figura fondamentale della cultura
occidentale. Paradigma teologico e politico (sotto quest'ultimo aspetto
lo legge Walzer), l'Esodo e' un paradigma permanente con cui e'
imprescindibile e affascinante confrontarsi.
Qual e' dunque il messaggio che intendi e intendete - come arcipelago
- dare ai vostri lettori?
Le problematiche connesse al multiculturalismo e all'intercultura, le
dimensioni della convivenza, dalla tolleranza al dialogo e alla convivialita',
l'attenzione per le religioni (dalla quale anch'io, da laico, sono attratto),
il continuo bisogno del confronto, l'espressione della critica e del dissenso,
la riscoperta di argomenti e autori dimenticati oppure lo studio di figure
poco approfondite sono cose che collegano direttamente la mia prospettiva
intellettuale individuale con l'esperienza di arcipelago. Anzi
oserei dire che le due cose sono cresciute insieme strettamente intrecciate.
Intendo arcipelago come un'apertura di orizzonte e cosi' vorrei
che lo intendessero i nostri lettori: mettere in discussione i propri
e gli altrui pregiudizi, gustare il sapore della critica costruttiva,
avere il coraggio di mettersi in discussione, abolire le logiche della
semplificazione, sapere cogliere le sfumature, prendere sul serio la complessita'
della nostra vita e della riflessione filosofica. E' un messaggio che
penso abbia anche una finalita' civile, civica, fondamentale per il nostro
vivere associato. E' un messaggio che mi piacerebbe venisse recepito da
tutti ma soprattutto dalle nuove generazioni. Tentiamo di portare avanti
Òpensieri lunghiÓ, senza sradicarci dal quotidiano e dal presente. E'
cosi' che cerchiamo di avvicinare altre persone alla filosofia, tendendo
una mano a chi nel mondo accademico (studenti, giovani studiosi, professori)
e fuori cerca ÒcompagniaÓ per discutere, ragionare, criticare... Cerchiamo
di offrire un'alternativa all'isolamento, alla chiusura e all'egoismo
intellettuale. Utopia? E' un progetto che portiamo avanti con umilta',
sostanziato dagli incontri aperti che organizziamo in preparazione dei
vari volumi all'Universita' di Bologna, dagli scambi che intratteniamo
con studenti e professori di altre Universita', italiane e straniere,
dalla presentazione dei vari volumi, dalla partecipazione a dibattiti
e tavole rotonde sui temi che affrontiamo o che si incrociano con i nostri
interessi, dal dialogo con i lettori nella sezione spaziaperti.
arcipelago ha vinto recentemente il premio di filosofia ÒViaggio
a SiracusaÓ, cosa rappresenta per voi questa vittoria?
Il prestigioso premio che ci e' stato conferito ha, da un lato, rappresentato
una enorme soddisfazione e un riconoscimento tangibile per il lavoro fatto
in questi anni, dall'altro, ridato slancio e piu' ampio respiro al nostro
progetto in un momento di passaggio (un altro tema a noi molto caro al
quale abbiamo dedicato la nostra seconda fatica: Immagini
del passaggio a cura di Maria Martinelli) nel quale molti di noi stanno
compiendo scelte fondamentali per il proprio futuro e per la propria vita
lavorativa. Il volume Sguardi sulla memoria, con il quale siamo stati
premiati, e' stato realizzato con grandissima cura e conteneva, oltre
a importanti studi sull'argomento, uno scritto di Elie Wiesel, ebreo,
premio Nobel per la Pace, che ha dedicato gran parte della sua riflessione
proprio al tema del ricordo e della memoria, a partire dalla drammatica
esperienza dell'Olocausto. Accostare grandi studiosi a giovani che amano
la filosofia credo rappresenti uno dei maggiori elementi di originalita'
del nostro progetto e penso che questo abbia colpito in modo positivo
la giuria, che comprende due tra i massimi filosofi italiani come Remo
Bodei e Umberto Curi. L'aver vinto il premio ex aequo con la rivista
"Elenchos", che ha la sua sede all'Universita' di Roma e gode dell'apporto
del CNR, sapere che durante la cerimonia sara' presente Jacques Derrida,
uno dei maggiori filosofi a livello internazionale, sono davvero per noi
motivi di orgoglio.
Di cosa ti stai occupando adesso?
Ho recentemente terminato una ricerca sui Òvolti del potereÓ e sulle diverse
dimensione della politica che si e' strutturato in tre lavori: una relazione
sul concetto di potere in Machiavelli (tenuta nell'ambito del dottorato
pisano); uno scritto sul Òvolto miteÓ della politica raccolto nel volume
progettato da arcipelago e curato da Ilaria Malaguti, Filosofia
e pace, in occasione del Convegno internazionale che si e' tenuto
a Bologna nel settembre scorso proprio sulla relazione fra filosofia e
pace; e infine un saggio sul Òvolto demoniaco del potereÓ, che ha nel
totalitarismo la sua espressione piu' drammatica, e in Hannah Arendt una
finissima studiosa ("Dal dispotismo al totalitarismo: Hannah Arendt",
il saggio sara' parte di un volume dedicato a Dispotismo. Genesi e
sviluppi di un concetto filosofico-politico, nel quale una ventina
di studiosi affrontano questo tema da Aristotele fino al Novecento). Sto
rivedendo la mia tesi su Walzer in vista della pubblicazione e ho, come
accennato in precedenza, iniziato la mia nuova ricerca su Paine. Come
arcipelago stiamo lavorando da tempo al nostro sesto volume che
sara' dedicato ai Linguaggi della follia
e curato da Katia Bernuzzi. Prevediamo l'uscita per aprile e anche qui,
insieme a numerosi e interessanti articoli che affrontano il tema da diverse
prospettive (psichiatriche, sociologiche, letterarie, storico-filosofiche),
c'e' una nuova partecipazione straordinaria: ospiteremo infatti un lungo
scritto del notissimo filosofo francese Etienne Balibar. Credo che offriremo
ai nostri lettori uno nuovo e originale viaggio...
(Fara Editore, gennaio 2001)
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