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Recensioni
Vincenzo D'Alessio su Piccolo
Canzoniere di città e su Luoghi
intravisti/Tela di bordo
CorriereRomagna24-4-05
Paola Castagna su Tela
di bordo
"… mi folgora (come sempre oramai) la poesia
di Ramberti. Il suo giocare con le parole, comprensibili i messaggi quasi
spediti in una bottiglia, arrivati alla deriva per puro caso e colti con
disinvoltura… vorrebbe perdurare ma la vita delle cellule è
un combustibile… quando si esauriscono scompare e rende
l'anima più libera…
In Vixere… quando amare è rappresentato da un plesso solare
in fermento si mette in moto l'intero organismo, dai reni all'intestino,
quest'ultimo unico testimone del voler espellere emozioni che ci stanno
strette o scomode, solo perché l'involucro del nostro corpo non
conosce a pieno le potenzialità del termine Amare che va al di
la di percorsi già prestabiliti… stanchezza nel prestare
occasionali attenzioni nella fuga minacciata da entrambi per sopravviverti
nel quotidiano quando di vivere ha ben altra appartenenza… Una scintilla
ha bisogno di riflettersi, specchiarsi ad immagine nell' epidermide esposta,
da abili uomini in una società moderna vantiamo il raggiungimento
di canali conduttivi senza che il referente abbia minimamente la vaga
idea del nostro contorno.
ma vivere è anche provare a vomitare…
centripeto, gravitazionale il mondo nel quale Ramberti con il
suo fare poetico mi trasporta ed il bisogno di leggerlo va ben oltre l'interesse
poesia, diviene un viaggio interiore nelle viscere aggrovigliate che trovano
scioglimento da nodi di antiche origini." (marzo 2005)
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Barbara Rosenberg-Piccolo canzoniere di città
Andrea Parato-Da luoghi intravisti
e in appendice: Alessandro Ramberti-Tela
di bordo
€. 12,00 pp. 128 (TerrEmerse)
ISBN 8887808619
Barbabra Rosenberg è risultata finalista alla IV edizione (2005)
del Premio Internazionale letterario Anguillara
Sabazia Città d'arte per la sezione D. Narrativa edita, con
diploma d'onore e anguillarino di bronzo.
Questo libro è dedicato ai vincitori della III
edizione del concorso Pubblica
con noi: Barbara Rosenberg con Piccolo canzoniere di città
e Andrea Parato con la silloge poetica Da luoghi intravisti.
Conclude il volume in appendice
una plaquette di Alessandro Ramberti: Tela di bordo.
Ecco una sintesi dei giudizi della giuria
(Angela Barlotti, Daniele Borghi, Carmelo Calabrò, Corrado Giamboni,
Alessandro Giovanardi, Ilaria Musio, Gennaro Pesante e Fara Editore):
Colpisce il disegno narrativo di Barbara Rosenberg,
che contiene un universo umano, geografico e culturale profondo nella
sua semplicità. Una Milano antica, vera, minima, provinciale in
senso alto e nobile. La scrittura
sofisticatamente naïf di questi racconti ci porta in un mondo in
cui tutto è più facile. La delicatezza e l’acutezza
dello sguardo fa di questi racconti delle piccole perle non coltivate.
Durante la lettura si ha l’impressione di sentir
narrare le storie da una signora sorridente, da una persona rivolta alla
parte luminosa della vita, e quando al termine si scopre di avere in volto
lo stesso sorriso non si può fare a meno di essere grati.
I versi di Andrea Parato descrivono un universo intimo
al quale subito si aderisce. In fondo l’autore coglie il segreto
della poesia: dire al lettore, con parole che egli avrebbe voluto trovare
prima, ciò che ha provato nelle circostanze interiori della vita.
Poesia dello sguardo/ricordo sommessa ma ferma, come recante il vigore
dello sdegno e la misura della dignità, elegante secondo la lezione
del Novecento, anche se talvolta con un po’ di compiacimento. Poesia
forte, matura, che sa attendere, guardare alla solitudine, guardare alle
piccole cose, rivolta agli Umili: "buttati nel mezzo della vita /
senza sicura soluzione: / se non ti spezzi, alla fine / diventi uomo."
"Di Andrea Parato posso solo aggiungere che il fare poetico mi piace,
qualcosa mi spinge a leggerlo, rileggerlo, scorgo un inquietudine di rapporto,
di amori finiti suoi o di altri dei quali si fa carico portandosi addosso
la pesantezza di tradimenti, di offese reciproche … Di te fare
immagine in cui perdermi ma sempre mia: il poeta nasce dal verso quando
ama crea e parole e solitudine…
Vive di un nostalgico approssimarsi del domani, resta radicato nel passato
per la paura di perdere/perdersi, così facendo cresce, diviene
grande, imponente il suo pensiero… profumo aleggia né
sulle stanze né sui colori
aria aura che avvolge e inebria
tu emani odore che inganna…
Quasi come un segugio va a naso… Ha tutta la mia comprensione e
complicità. Buona poesia sì, mi accomoda." (Paola Castagna)
Ed ecco un giudizio di Barberi Squarotti su una prima
versione della plaquette in appendice:
"Caro Ramberti, ho letto le Sue poesie con molto piacere e partecipazione,
piene, come sonom di invenzioni, variazioni, arguzie, tragicità.
Ma non riesco a capire la grafia che usa: che funzione ha mai? Il significato
del discorso finisce a essere un poco confuso, là dove, in sé,
è lucidissimo." (Torino, 15 gennaio 2005)
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