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Tutti gli uomini sono fratelli

Antologia virtuale della poesia

L'AVVOCATO POLESE DRAZAN GUNJACA È UNO DEGLI AUTORI ISTRIANI PIÙ PREMIATI E PIÙ TRADOTTI ALL'ESTERO

di Vanesa Begic

Devo il mio successo esclusivamente ad Internet

L'avvocato polese, conosciuto negli ultimi anni anche come scrittore, Drazan Gunjaca, vincendo numerosi premi e con una ricca produzione letteraria, ha segnato un nuovo fenomeno sulla scena letteraria istriana. Benché non appartenga a quel cerchio di scrittori che sono da anni presenti al vertice della letteratura istriana, dopo il primo romanzo - accolto ottimamente dalla critica e dal pubblico - ha cominciato a ricevere premio dopo premio. La maggior parte dei premi gli sono stati conferiti in Italia, dove gli sono state pubblicate anche molte opere. Adesso, per quel che concerne il numero di premi, ha oltrepassato di gran lunga altri autori che creano in questa area.
Drazan Gunjaca (Sinj, 1958), avvocato di professione, nell'ultima decina di anni vive a Pola. Ha pubblicato le opere A metà strada dal cielo, Congedi balcanici e Amore come pena, che fanno parte della trilogia "Congedi Balcanici". Inoltre, ha pubblicato pure i romanzi Buona notte, amici, I sogni non hanno prezzo, il dramma Roulette balcanica e All'ombra della ragione, come pure la raccolta di poesie Quando non ci sarò più.
Il maggiore numero di premi è stato conferito al suo dramma Roulette balcanica, ovvero: «Il viaggio infinito 2003», «Anguillara Sabazia città d'arte» (targa del Parlemento europeo), «Premio Ripa Grande», «Premio Cesare Pavese-Mario Gori 2003», «Premio Carver 2003», «La fonte, città di Caserta», «Premio Logos 2003», «Premio Phintia 2003», «Concorso verso il Duemila», «Premio internazionale Navaro», «Città di Cassino», il prestigioso «Premio letterario Trieste Scritture di frontiera 2003» per opere teatrali e il premio internazionale «Nuove lettere», pure nel 2003.
Il romanzo Congedi balcanici è stato premiato nel 2002 con il premio «Satyagraha», mentre per l'opera poetica gli è stato conferito il premio «Agorà» 2003. Nel 2003 ha ricevuto il riconoscimento al «Concorso arcobaleno della vita» per il racconto "Amore e patria" e il Premio internazionale Città di Lugo 2003 per la storia "A prima vista".
Parlando del suo opus, non si può non ricorrere al discorso postmodernistico, dove viene in particolar modo evidenziata l'intertestualità. Gunjaca ha determinato una svolta anche nei modelli di creazione del mondo testuale, è autore di un cosiddetto «romanzo dialogico», dove l'intera componente narrativa si basa sulla descrizione dei rapporti tra due protagonisti: l'eroe e l'antieroe.
Gunjaca scrive in modo assai chiaro, con grande facilità, con un senso istantaneo per il ritmo e per il testo. Sintetizzando in una frase la tematica dei suoi romanzi, potremmo dire che scrive dei problemi dell'uomo contemporaneo nei Balcani prima e dopo la guerra. Affronta questi temi da diversi punti di vista, con una stilizzazione psicologica dei personaggi molto profonda. Attraverso le storie di vita dei protagonisti, delinea un importante aspetto di storia sociale, dove il destino individuale è collegato con quello collettivo.
Per quel che riguarda la componente strutturale del testo, il narratore nei romanzi di Gunjaca non è sempre analitico oppure onnisciente, talvolta è uno dei personaggi, mentre altre volte sembra che il narratore assieme ai protagonisti vada a scoprire l'intreccio più o meno complesso.
Nei suoi romanzi pure le descrizioni come la parte espressamente narrativa richiedono il principio di temporalità, e talvolta l'importanza della nostra percezione degli avvenimenti e dei personaggi è minore del grado del nostro sapere di tutto. I personaggi, notiamo bene, sono sotto ogni aspetto esseri reali, protagonisti di vicende autentiche, mentre la poesia di questo autore, che spesso crea anche una poesia di tipo sociale, è in un certo modo il passaggio dal discorso narrativo e quello filosofico.

Al giorno d'oggi spesso si sente parlare che corrono tempi difficili per la letteratura. Lei, però, è uno degli autori più premiati da queste parti. Da sottolineare che la maggior parte dei premi li ha ricevuti in Italia. Ritiene che li i suoi libri siano stati riconosciuti in una maniera migliore, ovvero che i nostri lettori non li abbiano saputi riconoscere pienamente?

Vero, in Italia negli ultimi due anni ho ricevuto un gran numero di premi letterari, accompagnati da eccellenti recensioni e da molte interviste, il che dice abbastanza. Per quel che concerne i nostri lettori, questa domanda è molto più complicata, o meglio, la risposta a tale domanda è complicata. Io, per quanto possibile, ho dei lettori affezionati e numerosi anche qui da noi, e ciò prima di tutto grazie ad Internet più che alla raccomandazione dei lettori stessi. Il vero quesito potrebbe essere perché i media tacciono, ovvero in gran parte ignorano sia le mie opere che i miei premi? Però, non sta a me rispondere a questa domanda. Posso soltanto suppore di cosa si tratti (tra l'altro la sindrome dello scrittore di provincia, l'esistenza di gruppi ai quali non appartengo, i temi che tratto…). Spero soltanto che tutto cambierà in meglio con il passare del tempo.

Quale elemento delle sue opere ritiene sia la formula vincente, ovvero dove sta la più alta qualità?

Scrivendo, perferisco la forma dialogica, perciò i miei drammi sono probabilmente la cosa di maggiore qualità. D'altra parte, al mio successo ha contribuito senz'altro lo stile, tra il naturalismo e il realismo, dipinto d'ironia e grottesco. Siccome i temi che affronto per molti sono ancora assai dolorosi, allora la simbiosi di lacrime e ilarità, che si trovano nei miei lavori, rendono i libri interessanti ai lettori.

Isuoi idoli letterari?

Preferisco gli autori vicini al realismo. Dai classici russi (Gogolj, Dostojevskij) a Remark (tra i preferiti) fino a Hemingway,
L. Uris, I. Shaw, J. Heller ed altri. Ci sono molti autori che stimo. Quando leggo alcuni di essi, penso come la letteratura moderna sia sovra o sotto valutata. Da ciò, naturalmente, non mi escludo. L'anno scorso il mio interesse è stato nuovamente catturato da Mesa Selimovic (che avevo utilizzato per il dramma U sjeni razuma). Poi c'è Danilo Kis… Spero soltanto che un giorno avrò abbastanza tempo e pace da riuscire a leggere almeno una parte dei libri che ho accumulato durante gli anni un po' da ogni dove.

Come è stato accettato lo scrivere di fenomeni bellici, motivo ricorrente nelle sue opere?

È stato accettato molto bene per via dello stile (perché nelle mie opere i lettori ridono e piangono per quanto i temi siano difficili e dolorosi), però, la vita è quel che è e io la descrivo così com'è, senza mistificazioni e complicazioni, usando il vocabolario che corrisponde a tale realtà. Naturalmente, non esiste nulla che non possa fare ridere l'animo umano, magari facendolo piangere.

Siete stato premiato sia come autore di prosa che di drammi. Attraverso quale genere descrive nel miglior modo le difficoltà e le incertezze dell'uomo moderno?

Indipendentemente dal genere, poesia, prosa o dramma, mi occupo sempre delle stesse verità e questioni vitali, continuamente motivato da alcune vicende della vita reale, e perciò risulta difficile dire dove ciò mi riesca meglio. Ad esempio, gli amanti della poesia diranno senz'altro che si può più capire meglio da una poesia che dal romanzo intero. Altri s'affezionano di più ai drammi. Mi sembra che quelli che leggono, devono esprimere il giudizio. Eventualmente aggiungerò che la prosa è il genere tramite il quale mi sono spinto più in là, perché con la prosa si riesce a rappresentare lo spettro più vasto degli aspetti di vita dell'uomo moderno.

Internet ha un ruolo importante nella Vostra produzione letteraria…

Il più grande problema della maggioranza degli scrittori si riduce alla questione: come giungere sino ai lettori? Come rendere un'opera accessibile ad un ampio pubblico di potenziali lettori? Difficilmente, molto difficilmente. Posso solamente menzionare il mio esempio, non ho un editore potente alle mie spalle, non ho una lobby che promuova i miei interessi, non sono membro di associazioni culturali che mi fornirebbero sostegno, non ho qualcuno che mi aiuti nelle istituzioni o nelle riviste letterarie, così, in sintesi, non ho nulla di tutto quello che è necessario affinché i lettori, un cerchio più vasto, sappia dell'esistenza di un mio libro (così stanno le cose qui da noi, mentre all'estero va meglio). A proposito dei prezzi di un'eventuale pubblicità, meglio non parlarne. Allora cosa ti rimane? Solamente Internet. Perciò direi questo mezzo e d'importanza fondamentale nella mia produzione letteraria. Senza di lui non esisterei come letterato. Dunque il mio successo, qualunque esso sia, è dovuto esclusivamente ad Internet.

Per ultimo: quando ha iniziato la carriera letteraria, ovvero quando ha sentito il bisogno d'iniziare a scrivere?

Sembrerà un luogo comune, però, devo dire che ho iniziato a scrivere da bambino (poesie, racconti brevi…). Una ventina e passa di anni fa, ho scritto il primo romanzo A metà strada dal cielo. Poi, come di solito accade, la scrittura è caduta in secondo o terzo piano, o chissà dove. Dopo è arrivata la guerra, che ha frantumato molte cose dentro di me. In seguito ho vissuto dei drammi personali, così che l'uomo, costretto dai fatti, inizia a cercare l'uscita dall'assurdo chiamato "quotidiano nei Balcani". La ricerca di una luce melodiosa, cercando l'uscita da questo traforo turbolento ed oscuro. Queste circostanze mi hanno fatto ritornare alla scrittura. Senza intenzione di pubblicare. Poi degli amici hanno letto tutto quanto, e mi hanno convinto a pubblicare. Sinceramente, non speravo nemmeno lontanamente di pubblicare tanto, e tantomeno di essere premiato all'estero. La vita talvolta (anche se raramente) ci sorprende positivamente. Dicono che quando il destino chiude la porta, apre la finestra. La scrittura è la mia finestra vitale. Ci sono giorni in qui si vede l'orizzonte ricoperto da bellissimi colori promettenti, e ci sono poi anche giorni quando per la nebbia non si vede nulla… Però, senza fare caso alla visibilità, la finestra e qui. E questo è, credetemi, spesso l'unica ragione per la quale vale attendere il giorno seguente. La sola esistenza della finestra. La porta l'ho già dimenticata. Ormai da tanto tempo.

(in Most/The Bridge croatian journal of international literary relations, n. 3-4/2004, Zagreb)

(Fara Editore, dicembre 2004)

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