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Su La coda della galassiaAccostarsi al mondo dell'arte somiglia tanto al comporre le tessere di
un antico mosaico con tutte le difficoltà che comportano i materiali
recuperati, le tecniche usate e poi disperse nel corso dei secoli, infine
e non per ultimo i riferimenti "terra-terra" che altri prima
di noi ci hanno impartito. "Resta con me al timone / e la spirale di questa piccola / galassia saprà soffrire (…) / le figure di una sapienza antica:" I poeti contenuti nel volume sono ventuno. Hanno un nome. La loro poesia
per adesso è senza nome. La poesia sulla coda/nella coda della
galassia ricerca un'identità? Andrea Campanozzi, Raffaele Ferrario, Gianmaria Giannetti, Sergio La Chiusa, Gianfranco Lauretano, Nicola Molon, Luca Nannipieri, Domenico Settevendemie, Christian Sinicco, Giovanni Tuzet fanno scivolare la loro scrittura verso nuovi orizzonti, con figure presenti quasi in tutti e ventuno i poeti: la nebbia (filtro, cambiamento, ostacolo), il freddo, il gelo, la neve (gli avvenimenti). Alcuni sperimentano un modo diverso di disporre la scrittura nel corpo compositivo, dell'insieme-assieme. Una voce in assolo, il ritorno al calore del dialetto puro, è
quella del poeta Adeodato
Piazza Nicolai che nella galassia di questa antologia rappresenta
quella parte dell'emigrazione di ritorno che è presente anche in
altri poeti contemporani come Luigi Fontanella, Luigi Ballerini. L'antologia che Fara Editore ci propone non può chiudersi ora.
Supponiamo che dovremo rileggerla, ricomporla, riagganciarci alla scia
dell'energia della galassia che rappresenta da nord a sud il pianeta terra.
Il Novecento è appena chiuso alle nostre spalle, con le belle parole
critiche che Luigi Reini trova nella sua antologia Invito al Novecento,
mentre il nuovo secolo ventunesimo appena è venuto alla luce. Perché
antologizzare i poeti, perché lasciare nuda-ostinata-perduta la
poesia presentarsi sulla scena, come scrive Davide Rondoni nella sua introduzione? Montoro Inferiore, settembre 2005 per comunicazioni: |
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