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FARANEWS
ISSN 15908585
MENSILE DI
INFORMAZIONE CULTURALE
a cura di Fara Editore
1. Gennaio 2000
Uno strumento
2. Febbraio 2000
Alla scoperta dell'Africa
3. Marzo 2000
Il nuovo millennio ha bisogno di idee
4. Aprile 2000
Se esiste un Dio giusto, perché il male?
5. Maggio 2000
Il viaggio...
6. Giugno 2000
La realtà della realtà
7. Luglio 2000
La "pace" dell'intelletuale
8. Agosto 2000
Progetti di pace
9. Settembre 2000
Il racconto fantastico
10. Ottobre 2000
I pregi della sintesi
11. Novembre 2000
Il mese del ricordo
12. Dicembre 2000
La strada dell'anima
13. Gennaio 2001
Fare il punto
14. Febbraio 2001
Tessere storie
15. Marzo 2001
La densità della parola
16. Aprile 2001
Corpo e inchiostro
17. Maggio 2001
Specchi senza volto?
18. Giugno 2001
Chi ha più fede?
19. Luglio 2001
Il silenzio
20. Agosto 2001
Sensi rivelati
21. Settembre 2001
Accenti trasferibili?
22. Ottobre 2001
Parole amicali
23. Novembre 2001
Concorso IIIM: vincitori I ed.
24. Dicembre 2001
Lettere e visioni
25. Gennaio 2002
Terra/di/nessuno: vincitori I ed.
26. Febbraio 2002
L'etica dello scrivere
27. Marzo 2002
Le affinità elettive
28. Aprile 2002
I verbi del guardare
29. Maggio 2002
Le impronte delle parole
30. Giugno 2002
La forza discreta della mitezza
31. Luglio 2002
La terapia della scrittura
32. Agosto 2002
Concorso IIIM: vincitori II ed.
33. Settembre 2002
Parola e identità
34. Ottobre 2002
Tracce ed orme
35. Novembre 2002
I confini dell'Oceano
36. Dicembre 2002
Finis terrae
37. Gennaio 2003
Quodlibet?
38. Febbraio 2003
No man's land
39. Marzo 2003
Autori e amici
40. Aprile 2003
Futuro presente
41. Maggio 2003
Terra/di/nessuno: vincitori II ed.
42. Giugno 2003
Poetica
43. Luglio 2003
Esistono nuovi romanzieri?
44. Agosto 2003
I vincitori del terzo Concorso IIIM
45.Settembre 2003
Per i lettori stanchi
46. Ottobre 2003
"Nuove" voci della poesia e senso del fare letterario
47. Novembre 2003
Lettere vive
48. Dicembre 2003
Scelte di vita
49-50. Gennaio-Febbraio 2004
Pubblica con noi e altro
51. Marzo 2004
Fra prosa e poesia
52. Aprile 2004
Preghiere
53. Maggio 2004
La strada ascetica
54. Giugno 2004
Intercultura: un luogo comune?
55. Luglio 2004
Prosapoetica "terra/di/nessuno" 2004
56. Agosto 2004
Una estate vaga di senso
57. Settembre2004
La politica non è solo economia
58. Ottobre 2004
Varia umanità
59. Novembre 2004
I vincitori del quarto Concorso IIIM
60. Dicembre 2004
Epiloghi iniziali
61. Gennaio 2005
Pubblica con noi 2004
62. Febbraio 2005
In questo tempo misurato
63. Marzo 2005
Concerto semplice
64. Aprile 2005
Stanze e passi
65. Maggio 2005
Il mare di Giona
65.bis Maggio 2005
Una presenza
66. Giugno 2005
Risultati del Concorso Prosapoetica
67. Luglio 2005
Risvolti vitali
68. Agosto 2005
Letteratura globale
69. Settembre 2005
Parole in volo
70. Ottobre 2005
Un tappo universale
71. Novembre 2005
Fratello da sempre nell'andare
72. Dicembre 2005
Noi siamo degli altri
73. Gennario 2006
Un anno ricco di sguardi
Vincitori IV concorso Pubblica con noi
74. Febbraio 2006
I morti guarderanno la strada
75. Marzo 2006
L'ombra dietro le parole
76. Aprile 2006
Lettori partecipi (il fuoco nella forma)
77. Maggio 2006
"indecidibile santo, corrotto di vuoto"
78. Giugno 2006
Varco vitale
79. Luglio 2006
“io ti voglio… prima che muoia / rendimi padre” ovvero
tempo, stabilità, “memoria”
79.bis
I vincitori del concorso Prosapoetica 2006
80. Agosto 2006
Personaggi o autori?
81. Settembre 2006
Lessico o sintassi?
82. Ottobre 2006
Rimescolando le forme del tempo
83. Novembre 2006
Questa sì è poesia domestica
84. Dicembre 2006
La poesia necessaria va oltre i sepolcri?
85. Gennaio 2007
La parola mi ha scelto (e non viceversa)
86. Febbraio 2007
Abbiamo creduto senza più sperare
87. Marzo 2007
“Di sti tempi… na poesia / nunnu sai mai / quannu finiscia”
88. Aprile 2007
La Bellezza del Sacrificio
89. Maggio 2007
I vincitori del concorso Prosapoetica 2007
90. Giugno 2007
“Solo facendo silenzio / capisco / le parole / giuste”
91. Luglio 2007
La poesia come cura (oltre il sé verso il mondo e oltre)
92. Agosto 2007
Versi accidentali
93. Settembre 2007
Vita senza emozioni?
94. Ottobre 2007
Ombre e radici, normalità e follia…
95. Novembre 2007
I vincitori di Pubblica con noi 2007 e non solo
96. Dicembre 2007
Il tragico del comico
97. Gennaio 2008
Open year
98. Febbraio 2008
Si vive di formule / oltre che di tempo
99. Marzo 2008
Una croce trafitta d'amore
23. Novembre 2001
Concorso IIIM
- La pioggia suona diversa d'estate (Sabrina Foschini)
- Azalea (Marzia Marcotulli)
- Coda di lucertola (Giovanni Rosa)
- Romagna solatia (Loretta Molari)
- Opere segnalate e menzionate
- Il Foglio Letterario
- Vanessa (Rosete de Sa')
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Numero 24
Dicembre 2001
Editoriale: Lettere e visioni
Come comunicare delle sensazioni audiovisive in forma
di parole? Da questo numero di fine 2001, Paola Turroni inizia la rubrica
cinema...grafo in cui i film diventano dei piccoli
quadri letterari, quadri che possono essere usati anche come una lente
(con tutte le funzioni che questa puo' svolgere). Altre visioni sono
quelle politiche che ogni cittadino attivo dovrebbe valutare e, se buone,
far sue in modo concreto: Brunetto Salvarani ci propone Una
giornata del dialogo cristianoislamico.
Le recensioni a Taglio intimo e ad Antologia
della pioggia ci prospettano coinvolgenti visioni interpretative.
Dopo avervi segnalato Il Foglio Clandestino della Bottega
di Poesia "F. Pessoa", concludiamo con Pescegallo
un toccante scritto "montano" di Paola Turroni.
Augurandovi buon Natale e felice 2002 vi segnaliamo anche il nostro
concorso natalizio prosa<poetica.
Cinema...grafo
(di Paola Turroni)
Incipit
Ho finito le riprese domenica sera. Il tardi del giorno d'estate.
Quando le luci cominciano a diluirsi. Il set diluisce il reale e lo
restituisce. Macchine da presa e carrelli come strumenti che compongono
la magia, come cartine affumicate che filtrano per gli occhi la forma
degli oggetti. Luci come note, il cinema e' questo prima di tutto, la
sinfonia delle luci. Quello che le persone vedono leggero come un'immagine
e' un concerto di millimetri calibrati di luci, toni e semitoni e tutte
le chiavi di violino che sono le pareti degli oggetti. Il cinema e'
i primi piani, che chiedono al viso uno sguardo, un anelare a quello
sguardo ingrandito sul mondo, segni del viso che raccontano il dentro
del corpo. Il cinema unisce il dentro e il fuori, l'anima col corpo,
quella specie di velo disteso che la pellicola restituisce come un miracolo
e' il segreto di cio' che siamo. Il cinema ha preso il sopravvento
anche stasera, il cinema, come l'amore, ha necessita' del particolare.
Moulin rouge
E' stato come riempirsi la bocca di caramelle, o come trovarsi a
correre in una serra piena di tutti i tipi di fiori, o come diventare
uno gnomo e finire nell'armadio di una principessa. O come diventare
musica. Si', credo sia su questo il film: diventare musica.
Questo film e' come la musica, la musica dal di dentro, non l'ascolto
della musica.
Quello che la musica e', il mistero delle note, la profondita' del sentimento
in ogni nota necessariamente assoluto (come fa del resto una nota, o
una voce, a fare mediazione?), la capacita' orgasmica e creativa della
musica che e' sempre viva proprio perche' mai chiudibile in una gabbia
dialettica (la musica non si spiega, ne' si descrive, la musica si sente).
Mi spingo a dire che l'operazione che fece Kandinskij coi colori qui
e' fatta con le immagini, e i colori di tutto quello che c'e'. E' come
se fosse la messa in mostra del dentro degli oggetti, del dentro del
desiderio, del dentro degli occhi, del dentro della musica. Ecco perche'
non disturba mai, le canzoni non sono descrittive, sono direttamente
legate al nervo che le scatena, il kitch non e' kitch ma il tutto che
abbiamo accumulato nella memoria visiva del cervello e a cui diamo libera
uscita tutto in una volta.
Quest'opera ha una dichiarazione di poetica che sfido chiunque a negare
onestamente sia l'unica ragione per cui esistiamo: "Liberta', bellezza,
verita', ma soprattutto amore."
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Per una giornata del dialogo cristianoislamico
(di Brunetto Salvarani)
Di fronte al terribile evento dell'11 settembre 2001 anche
il mondo del dialogo ecumenico e interreligioso e' stato scosso alle
fondamenta, fino ad essere messo radicalmente in discussione. Il dibattito
che ne sta seguendo, del resto, e' stato sostanzialmente monopolizzato
da politologi, sociologi e teorici dello scontro di civilta',
che hanno cercato di mettere a fuoco ripetutamente i caratteri specifici
dell'islam e dei musulmani. Si e' spesso evindenziato, in tale panorama,
che l'islam e' oggi la seconda confessione religiosa in molti stati
europei fra cui l'Italia, dimenticando pero' che da anni - in parallelo
a questo processo - e' cominciato anche nel nostro paese un itinerario,
difficile e complesso, di reciproca conoscenza fra cristiani, laici
e musulmani, a partire dalle problematiche della vita quotidiana e sociale.
Che da tempo non pochi gruppi, associazioni, movimenti, chiese locali
e semplici credenti operano con umilta' e passione in tale direzione,
evitando qualsiasi irenismo e incontrando non "l'islam" in
se', bensi' donne e uomini musulmani, in grandissima parte per nulla
fondamentalisti e alla ricerca solo di un decente tenore di vita, di
un lavoro, di una casa, di essere cioe' accettati in una societa' pluralista
e laica come quella italiana.
Un simile dialogo va oggi, alla luce di quanto e' accaduto negli Stati
Uniti e sta accadendo in Afghanistan e Pakistan, intensificato e rafforzato,
al fine di produrre anticorpi positivi nei confronti di qualsiasi demenziale
appello allo "scontro di civilta'", ma anche di inverare compiutamente
le profetiche indicazioni provenienti dal Concilio Vaticano II, dal
magistero di Giovanni Paolo II e dalle principali Assemblee delle chiese
europee, da Basilea (1989) a Graz (1997) sino alla proclamazione, avvenuta
a Strasburgo nell'aprile 2001, della "Charta Oecumenica",
che invita i cristiani del Vecchio continente "ad incontrare i
musulmani con un atteggiamento di stima" e "ad operare insieme
ai musulmani su temi di comune interesse". Eppure, l'atteggiamento
piu' diffuso nei loro confronti resta fortemente impregnato di antichi
pregiudizi, interpretazioni stereotipate e chiusure mentali.
E' in questo contesto che e' nato l'Appello ecumenico che in questi
giorni credenti, teologi, educatori alla pace e all'intercultura e personalita'
impegnate da anni nel cammino del dialogo ecumenico e interreligioso
- cristiani di diverse confessioni e laici - hanno scelto di inviare
ai leader delle chiese italiane perche' il dialogo cristianoislamico
prosegua e venga percepito come un "caso serio" dell'attuale
stagione, suggerendo ad esempio l'istituzione di una "Giornata
del dialogo cristianoislamico". Primo obiettivo dell'Appello e',
peraltro, di sollevare dibattito il piu' possibile ampio nelle comunita'
e nelle chiese sulla necessita' che il dialogo interreligioso esca dall'ambito
dei temi per specialisti e addetti ai lavori per diventare materia fondamentale
di formazione cristiana, di informazione e di studio, nello spirito
dell'affermazione di Paolo VI a partire dalla quale oggi le chiese cristiane
sono convocate a "farsi dialogo", fiere della propria identita'
ma anche senza paura di sporcarsi le mani, e forti del coraggio che
deriva loro dall'adesione al Vangelo di Gesu' Cristo.
APPELLO ECUMENICO PER UNA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANOISLAMICO
"Noi, cristiane e cristiani di diverse confessioni e laici, impegnati
da anni nel faticoso cammino del dialogo coi musulmani italiani o in
un lavoro culturale sull'islam, crediamo che l'orrendo attentato di
New York e Washington costituisca una sfida non solo contro l'occidente
ma anche contro quell'islam, largamente maggioritario in tutto il mondo,
che si fonda sui valori della pace, della giustizia e della convivenza
civile. Pensiamo che quanto e' accaduto non debba in alcun modo mettere
in discussione o rallentare l'itinerario del dialogo. Anzi, riteniamo
che proprio i commenti e gli avvenimenti succeduti a quel tragico evento
ci chiamino ad accelerare il processo di reciproca conoscenza, senza
il quale ci sembra difficile ipotizzare passi avanti sul piano delle
relazioni interreligiose, in particolare con quei musulmani che sono
da tempo nostri compagni di strada sul cammino della costruzione di
una societa' pluralista, accogliente, rispettosa dei diritti umani e
dei valori democratici.
Per questo, chiediamo alle chiese italiane e ai loro responsabili di
prendere in considerazione (nello spirito del documento conciliare "Nostra
Aetate", della "Charta Oecumenica", delle visite di Giovanni
Paolo II a Casablanca e Damasco e del recente incontro di Sarajevo fra
i leader delle comunita' cristiane e dei musulmani d'Europa) la creazione
di una "Giornata del dialogo cristianoislamico".
Siamo ben consapevoli che l'istituzione di una simile Giornata non risolvera'
certo ogni problema, e che potrebbe - come in altre situazioni simili
- risolversi in una sterile celebrazione rituale: siamo convinti, peraltro,
che si tratti di un piccolo segnale nella direzione di un incontro che,
in ogni caso, sta nella forza delle cose.
Con un augurio sincero di shalom - salaam - pace!"
PRIMI FIRMATARI (4 novembre 2001)
-Maurizio Abba', pastore valdese, Alessandria
-Gianpaolo Anderlini, redattore di "QOL", Fiorano Modenese
(Mo)
-Giovanni Anziani, pastore metodista, Milano
-Don Liborio Asciutto, presidente del Centro ecumenico "La Palma",
Cefalu' (Pa)
-Franca Ciccolo Fabris, segretaria dell'Associazione Italiana "Amici
di Neve' Shalom - Waahat as-Salaam", Milano
-Agnese Cini, presidentessa dell'Associazione laica di cultura biblica
"Biblia", Firenze
-Giancarla Codrignani, filosofa, Bologna
-Don Valentino Cottini, biblista e islamologo, Verona
-Paolo De Benedetti, Facolta' Teologica dell'Italia Settentrionale,
Milano
-Don Tonio Dell'Olio, coordinatore nazionale di "Pax Christi"
e direttore di "Mosaico di Pace", Bisceglie (Ba)
-Padre Arnaldo De Vidi, direttore di CEM Mondialita', Brescia
-Fra Marcello Di Tora o.p., direttore del Centro di Studi per il Dialogo
con l'Islam, Palermo
-Mons. Antonio Forte, vescovo della diocesi di Avellino, Avellino
-Davide Frasnelli, giornalista e scrittore, Roma
-Lidia Maggi, pastora battista, Cinisello Balsamo (Mi)
-Raffaele Mantegazza, Universita' di Milano-Bicocca, Monza (Mi)
-Domenico Manaresi, casalingo, Bologna
-Elena Milazzo Covini, presidentessa del SAE (Segretariato Attivita'
Ecumeniche), Milano
-Don Carlo Molari, teologo, Roma
-Antonio Nanni, responsabile Ufficio Studi ACLI nazionali, Roma
-Paolo Naso, direttore di "Confronti e di "Protestantesimo",
Roma
-Enrico Peyretti, redattore de "Il foglio", Torino
-Brunetto Salvarani, coordinatore degli Incontro cristiano-musulmani
di Modena, Carpi (Mo)
-Giovanni Sarubbi, giornalista, direttore de "Il dialogo",
Monteforte Irpino (Av)
-Don Ermis Segatti, Facolta' Teologica di Torino, Torino
-Maria Vingiani, fondatrice del SAE (Segretariato Attivita' Ecumeniche)
Per ulteriori informazioni e per firmare l'Appello www.ildialogo.org
tel. 335-5638950
redazione@ildialogo.org
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Poesie taglienti e affilate
L'IMMAGINE DI COPERTINA MOSTRA UNA LAMA CHE TAGLIA UN BISCOTTO, ma piu'
che di taglio,
il libro di poesie di Alessandra Carnaroli, ventitreenne di Piagge passati
tra contaminazioni tra poesia, fotografia e poesia, "strappa".
Strappa momenti, gesti, parole, con brutalita', violenza, malinconia,
rara dolcezza e le "vomita"(non le offre, non le porge, non
le declama) sul lettore.
Alessandra Carnaroli ha il pregio di una scrittura immediata, slegata
da facili virtuosismi, effetti scontati, paroline banali, e la sua vita,
la sua eta', viene sezionata, tagliata-strappata "da una mano abile
affettatrice di carne e prosciutti e salsicce".
Le immagini sono primordiali, come nota giustamente Bruno Bandini nella
postfazione del libro, elementari, le immagini sono colpi di colore
su una tela bianca, vibranti, energici, vitali, difficili da fissare
e poi radicati.
E se c'e' un limite al libro oltre ovviamente al mercato, che chissa'
come reagira' ad un ennesimo libro di poesie, questo limite e' proprio
non far vedere le mescolanze che si potrebbero creare tra le poesie
contenute nel libro e pittura, le contaminazioni possibili che si avvertono
esserci dietro il libro.
(Giovanni Lembo, Stradanove, 20-11-2001)
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Antologia della pioggia
"Domani ci vogliono in piazza amore mio/ (da anni non ti chiamava
amore)/ domani dobbiamo dimenticare cio'/ che abbiamo perso"
Gezim Hajdari e' stato poeta in Albania. Da quasi dieci anni vive in
Italia come esule. Negli anni Ottanta ha scritto questa raccolta di
poesie, Antologia
della pioggia. Dietro l'idea della pioggia altro non c'e' che l'idea
del pianto, per un regime asfittico e mutilante, per il conformismo
culturale e sociale, per l'agonia della patria che, come Medea, divora
i propri figli. E' cosi' che, tra il 1985 e il 1989, lo scritto viene
piu' volte rifiutato dall'unica casa editrice albanese, poiche' di quel
pianto sono chiare le intenzioni di denuncia.
Di questa cancellazione della poesia dal mondo, nella convinzione di
una sua fondamentale opposizione al realismo comunista, il linguaggio
di Hajdari porta indelebile traccia, trafiggendo con una sconfinata
malinconia, come il disprezzo del torturato, che non sente piu'
il dolore ma soltanto pieta' per il rozzo carnefice.
L'oppressione comunista e' anche oppressione dell'umanita', chiusura
della via che riconoscendo l'imperfezione e le sofferenze dell'uomo
riesce a costruire speranze. Il comunismo vuole un popolo ottimista:
"Domani ci vogliono in piazza amore mio / (da anni non ti chiamava
amore)
domani dobbiamo dimenticare cio' / che abbiamo perso".
Questa contrapposizione tra uomo vulnerabile e uomo certo del proprio
destino precipita in Hajdari in una riflessione drammatica con un indefinito
interlocutore - patria, natura, donna amata, alter ego. Questa riflessione
non e' semplicemente il frutto di un pessimismo - cosi' come il pessimismo
non e' soltanto il contrario dell'ottimismo di facciata del regime -
ma una vera e propria ricerca della risurrezione dell'umano; la rinascita
dello spazio di un dialogo come momento vivo, momento nel quale - dalla
risposta - e' possibile derivi sia il fallimento sia la vittoria, e
non c'e' alcuna garanzia sul risultato dell'interlocuzione. Il poeta
chiede che qualcuno lo affianchi nel sostenere il grido della patria
offesa; e ugualmente grida all'uomo: "quando verrai?".
(Andrea
Campanozzi in Pickwick)
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Il Foglio Clandestino della
Bottega di Poesia "F. Pessoa"
La Bottega di Poesia "Fernando Pessoa" e' nata
nel 1993 con la ferma volonta' di far conoscere autori sconosciuti,
dimenticati e trascurati, e di riportare la poesia verso i lettori.
Siamo entrati in tal modo in contatto con circa milletrecento autori,
diversi per eta', provenienza e interessi. Di questi oltre un centinaio
sostengono attualmente il progetto, anche da Francia, Grecia, Svizzera,
Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Cuba, Isola de La Reunion.
Abbiamo relazioni culturali con riviste e gruppi letterari (di diversi
Paesi) sia per diffondere la nostra iniziativa, sia per promuovere sempre
nuove cooperazioni; inoltre collaborano con noi alcuni docenti universitari.
Organizziamo serate di poesia e incontri letterari, perche' giudichiamo
importante il dialogo e il confronto con tutti, anche con quelli che
ritengono di scarso interesse la poesia per approcci affrettati, sbagliati
o perche' ne hanno lontani ricordi negativi.
Nell'agosto '93 abbiamo intrapreso la stampa, con veste grafica essenziale,
della rivista del gruppo: Il Foglio Clandestino. Nella pubblicazione
trovano spazio poesie, racconti, traduzioni originali, interventi critici,
profili di autori, aforismi e tutto quanto puo' contribuire a sviluppare
la conoscenza del mondo letterario. La rivista e' autodiffusa, gratuita
e si finanzia con contributi liberi; la periodicita' e' bimestrale.
Promuoviamo le seguenti iniziative: NIENTEGUERRE - Poesia contro ogni
violenza, CENTOCINQUANTARIGHE, rassegna di narrativa breve e SAGGIOBREVE
per saggi letterari. Conduciamo un Corso di Letteratura greca antica
presso l'Universita' per la Terza Eta' di Sesto S. Giovanni, un Laboratorio
di Scrittura Creativa e il corso di Storia della Poesia all'Universita'
del Tempo Libero di Seregno.
Nei numeri del Foglio Clandestino abbiamo incontrato autori come
Fernando Pessoa (nostro ispiratore), Stig Dagerman, Srecko Kosovel,
Angelo Maria Ripellino, Peter Russell, Varlam Salamov, Antonio Pinghelli,
Raymond Farina e altri, validi ma esclusi da un mercato editoriale che
definire miope e' riduttivo.
Alla nostra e-mail: bottega_2G@compuserve.com
o alla Casella Postale n° 67 20099 Sesto San Giovanni (Mi)
e' possibile inviare poesie, saggi o racconti brevi (allegando sempre
una breve nota biografica).
Proponiamo ai nostri interlocutori di segnalare autori, noti o meno,
che amano e che sono interessati a far conoscere. Questo contributo
ci consentira' di realizzare uno spazio di invito alla lettura, magari
creando interessanti paralleli fra l'autore e il collaboratore che lo
ha segnalato. Confidiamo nell'appoggio di tutti, sia per favorire la
diffusione della nostra iniziativa, sia per lo sviluppo delle attivita'
che La Bottega di Poesia promuovera'.
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Siti interessanti
Racconti&Letteratura www.theo.it/R&L/
Fabio Utili digilander.iol.it/fabioutili/index.html
La Blinda Azzurra www.oltre.it/blinda/index.html
Camminiamo insieme www.camminiamoinsieme.net/index1024.htm
Un portale per gli autori www.ehi.it/
Cultura araba www.arabroma.com/
Popoli www.gesuiti.it/popoli/index.html
Afriche e Orienti www.comune.bologna.it/iperbole/africheorienti/
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Pescegallo
(di Paola Turroni)
sono tornata qui.
rientro nei rumori. sono scesa dalla macchina e ho continuato la strada
da sola, dal torrente in poi. torno un torrente senza diga. i sassi
sono un destino nella strada dell'acqua, cade e svolta per seguire un
cammino, determinata e fiera.
gli uccelli si preparano il nido dell'inverno in un giorno che assomiglia
alla vastita' dell'estate, in questo periodo gli uccelli passano gran
tempo a camminare, a cercare rametti e gusci, si chiamano da una miniera
all'altra, conversazioni che imparo a seguire, se accetto il gioco di
ascoltare. la legna si spezza tra le gambe, passi umidi e allegri nel
bosco che mi sta addosso come una casa e dentro come una stanza.
rientro negli odori e mi strofino un fungo sulla pelle fredda delle
mani, tengo le dita sotto il naso mentre la curva del sentiero si ferma
sulle punte dei larici in basso. gli interstizi delle pigne che colano
resina invecchiata, seguono la forma di lanci di bambini davanti a capanne
in posizioni strategiche e guerre serie su quale banda vinceva, spedizioni
mattutine a fare rifornimenti accurati e immaginare quali alberi sarebbero
stati i piu' saggi.
rientrare nelle forme, la roccia sul sentiero che sta li' come un passato
perpetuo, a prender la mia scarpa cresciuta, le montagne hanno una cima
sopra la schiena, gli alberi dipingono le loro tele impressioniste,
mescolando forme e nomi per usarle.
e poi il fuoco, la sera, quando il sole diluisce il blu nel nero, il
fuoco e il suo rumore, il suo odore, le sue forme. che basta dirlo per
vederlo.
due giorni cosi' totali da fare temere la fede. e il gatto
rosso nella piazzetta di Gerola, come quando il passeggino scavava ignari
solchi nell'erba, un gioco del desiderio che si fa segno.
non c'e' orizzonte tra le Alpi, e' questo il bello dei monti, c'e' un
parto continuo e la vista ha solo il proprio limite non quello dello
spazio.
sono tornata qui, tornare, si', e' stato questo, e lo
scrivo solo per dare inchiostro al bosco, ma quello che e' ora non sta
su questa pagina, sta nel mio corpo, come un'anima di riserva. ho fatto
una poltiglia con il muschio e la sorgente e ho rimodellato il mio corpo,
come una cariatide vecchia trovata in fondo ad un tempio, ho fatto i
buchi e svuotato, ho lasciato gli arnesi del fabbro e ripreso il mestiere
di pastore.
non andro' piu' via, fammi piangere di questo.
questa scrittura storta e sporca che sta uscendo da me senza una penna
ma come se fosse solo inchiostro.
Pescegallo, 14 e 15 ottobre 2001
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